La dieta chetogenica per trattare la sindrome dell’ovaio policistico

La dieta chetogenica è un regime alimentare che riduce in modo drastico i carboidrati, aumentando le proteine e i grassi. Lo scopo è quello di utilizzare quest’ultimi come fonte di energia. 

In molti casi è risultata utile per trattare la sindrome dell’ovaio policistico, diventando un vero e proprio strumento terapeutico. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Maria Paola Zampella, nutrizionista presso il centro Humanitas Medical Care Milano Lainate.

L’importanza dell’alimentazione: dieta chetogenica e ovaio policistico

La dieta chetogenica ipocalorica può essere un valido strumento per contrastare la resistenza insulinica e il calo ponderale della PCOS (o sindrome dell’ovaio policistico). Trattandosi di un’impostazione alimentare a bassissimo apporto di carboidrati, in grado di far produrre i corpi chetonici (da qui il nome della dieta) a partire dal tessuto adiposo endogeno, aiuta l’organismo a ridurre i fenomeni di resistenza e di blocco metabolico. I corpi chetonici sono molecole naturalmente prodotti dal nostro organismo in caso di digiuno più o meno prolungato in base alla persona e alle sue riserve. Sono una fonte di energia alternativa allo zucchero per mantenere la sopravvivenza. 

Quando utilizzare la dieta chetogenica?

Questa dieta si può adottare, sempre seguiti da uno specialista in nutrizione, quando non sussistono controindicazioni come livelli alterati di creatininemia, diabete mellito di tipo I, insufficienza renale ed epatica, scompensi cardiovascolari, gravidanza ed allattamento. 

Si consiglia soprattutto a quelle persone che vengono da vari e insoddisfacenti percorsi nutrizionali o che hanno una forte insulino-resistenza o una situazione di grave obesità.

Menu, da dove cominciare?

Solitamente un piano alimentare chetogenico ipocalorico, prevede l’esclusione di fonti di glucosio, saccarosio, fruttosio e amidi, che possono essere introdotti fino a un massimo di 30 grammi al giorno. La quota proteica è tarata sulla singola persona con un apporto di 1-1,2 g di proteine per kg (peso corporeo). La quota di grassi viene stabilita in funzione del peso da perdere. 

A colazione generalmente si utilizzano delle preparazioni a base di farina di mandorle o farine proteiche indicate ad hoc, frutta secca e/o yogurt greco magro. Per i pasti principali, vengono suggeriti alimenti come carne, pesce, uova e bresaola con verdure concesse. Previsti olio extravergine di oliva e integrazione di minerali.

Biologia della Nutrizione
Dr.ssa Maria Paola Zampella

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Humanitas Medical Care
Lainate
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