La menopausa: sintomi, disturbi e terapie possibili

La menopausa riguarda ogni donna e oggi, con l’allungarsi della età media, caratterizza circa un terzo della vita.

In età fertile i follicoli presenti nell’ovaio, maturando, provocano alterazioni ormonali a cui seguono le mestruazioni. Con il tempo, però, essi si esauriscono.

Per affrontare e vivere serenamente il periodo che segue l’ultima mestruazione occorre rivolgersi ai centri specializzati in grado di fornire un’adeguata informazione sull’argomento.

Le patologie più ricorrenti e la loro causa

Vediamo insieme i disturbi acuti più comuni, riscontrati soprattutto nei primi due anni:

  •      vampate di calore;
  •      sudorazioni notturne;
  •      disturbi psicologici (stati depressivi).

Tra le patologie a lungo termine si annoverano:

  •      secchezza vaginale, difficoltà ai rapporti, cistiti ricorrenti;
  •      secchezza cutanea, rughe;
  •      aumento del rischio cardiovascolare;
  •      osteoporosi.

Responsabile di queste disfunzioni è la carenza di estrogeni che contraddistingue la menopausa e che si può contrastare attraverso la terapia ormonale sostitutiva.

Terapia ormonale sostitutiva: quali sono i benefici e quali le controindicazioni?

La terapia ormonale sostitutiva consiste nella somministrazione di estrogeni.

Essa comporta diversi benefici e, in particolare, aiuta a:

  •      migliorare la calcificazione ossea;
  •      eliminare l’atrofia e la secchezza vaginale;
  •      sconfiggere l’insonnia e la depressione.

L’assunzione di estrogeni, tuttavia, non è priva di controindicazioni. I rischi associati alla terapia ormonale sostitutiva sono:

  •      insorgenza del tumore della mucosa interna dell’utero (endometrio);
  •      crescita più rapida del cancro mammario;
  •      aumento dell’incidenza di trombo-embolie.

Alla paziente sottoposta a terapia ormonale si somministra anche il progesterone per 10 giorni al mese al fine di ridurre la probabilità di contrarre il carcinoma dell’endometrio.

Il progesterone, d’altra parte, se assunto per oltre 5-6 anni, accresce di quasi tre volte il rischio di comparsa del tumore mammario.

Per tali motivi, prima di decidere la prescrizione della terapia ormonale sostitutiva, occorre eseguire una serie di accertamenti clinici e valutare accuratamente i relativi risultati.

Qualora si decida di iniziare il trattamento farmacologico, è necessario monitorare costantemente la paziente.

In quali casi si esclude la terapia ormonale sostitutiva?

  •      epatopatie in atto;
  •      trombi, trombo-embolie o tromboflebiti in corso o precedenti;
  •      tumore dell’endometrio;
  •      carcinoma endometrioide dell’ovaio;
  •      cancro alla mammella;
  •      episodi di tumore mammario nella storia familiare (due o più parenti di primo grado);
  •      fumo (più di 10 sigarette al giorno).

 

 

 

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