La riabilitazione corpo e mente post-infarto

Per chi ha subito un infarto miocardico, un grave evento cardiaco o si è sottoposto a un intervento cardio-chirurgico, la riabilitazione sia fisica che psicologica è un momento delicato e importante, anche in vista di eventuali cambiamenti che avranno un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella cura delle malattie cardiologiche.

Ne parla il dottor Sergio Lombroso, cardiologo in Humanitas Medical Care.

Riabilitazione cardiovascolare, riduce mortalità tra 20% e 40%

La riabilitazione cardiovascolare, programmata per ogni soggetto e per la sua personale storia clinica, può svolgersi sia in ospedale che a livello ambulatoriale. Gli studi degli ultimi anni hanno dimostrato che una corretta riabilitazione, con una partecipazione attiva da parte del soggetto, porta a una riduzione della mortalità e del re-infarto che oscilla tra il 20 e il 40% e oltre.

Un beneficio, quello che deriva dalla riabilitazione, dovuto in primis al nuovo stile di vita che il paziente dovrà gradualmente adottare attraverso la ripresa di una corretta attività fisica e di un migliorato stile di vita, eliminando abitudini negative sia alimentari (come l’eccessivo consumo di carne e cibi ricchi di acidi   grassi saturi) che comportamentali (fumo, stress, sedentarietà).

Fondamentale la partecipazione attiva e la collaborazione del paziente

In questa fase, “è determinante che il paziente sia collaborativo e motivato a prendersi cura di sé”, ha detto il medico. 

“È importante essere consapevoli della  necessità di affrontare una  modifica dei comportamenti che possono essere posti in atto sia autonomamente, correggendo uno stile di vita non favorevole sia in collaborazione con il cardiologo o con il proprio medico  di medicina generale (consulenza riguardo la vita sessuale, necessità di trattamento  di  stati depressivi, indicazioni sul tipo di attività fisica da intraprendere, eventuali  sforzi controindicati o vacanze in quota)”.

 

 

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