La visita andrologica, una misura preventiva anche per i nostri figli in età adolescenziale

La prevenzione in andrologia è un’area che andrebbe potenziata e valorizzata, almeno quanto lo è la parte corrispondente femminile, che viene avviata fin dalla giovane età a valutazioni ginecologiche preventive.

L’attenzione alla salute dell’apparato riproduttore deve riguardare tutti gli uomini, fin dall’adolescenza, e deve essere messa in campo anche e soprattutto prima che i sintomi delle patologie andrologiche si mostrino in tutta la loro espressione, come sottolinea il dottor Edoardo Pescatori urologo e andrologo, specializzato in problematiche sessuali maschili, che svolge la sua attività ambulatoriale e chirurgica rispettivamente in Humanitas Medical Care Bergamo e in Humanitas Gavazzeni di Bergamo.

Dottor Pescatori, partiamo dai ragazzi. Che cosa significa fare prevenzione andrologica tra i più giovani?

«Nei giovani le visite di prevenzione consentono di identificare eventuali patologie che il ragazzo non sa di avere, come ad esempio il varicocele – cioè la formazione di vene varicose sopra il testicolo che possono determinare alterazioni della fertilità – o problemi a livello del pene come la fimosi, cioè il restringimento della pelle che non permette di scoprire il glande, e il frenulo del glande corto. La visita di prevenzione è anche l’occasione per insegnare al ragazzo l’autopalpazione del testicolo, che è un modo efficace per poter eseguire una diagnosi precoce su eventuali tumori testicolari».

A quale età è consigliato far sottoporre il proprio figlio a una visita andrologica preliminare?

«L’età ideale è attorno ai 14-15 anni, quando c’è il passaggio dal pediatra al medico di famiglia. Ma, se non lo si è già fatto prima, anche negli anni immediatamente a seguire è importante sottoporsi a una visita di controllo presso uno specialista andrologo».

Passiamo agli uomini adulti. Perché è importante farsi visitare anche se non si soffre di problemi andrologici particolari?

«La prevenzione nel caso degli adulti è fondamentale, perché permette di diagnosticare alcune malattie di ambito andrologico come per esempio placche fibrose a carico del pene, che possono portare alla formazione della cosiddetta malattia di La Peyronie, o “Induratio Penis Plastica”, che può evolvere determinando problematiche come la curvatura del pene. Oppure come condizioni di fimosi e brevità del frenulo, che possono determinare problemi di eiaculazione precoce».

E quando invece si hanno prime avvisaglie di problematiche legate alla disfunzione erettile, come ci si deve comportare?

«Non bisogna assolutamente ignorarle. Sia perché oggi ogni problema di erezione, per quanto grave, può essere efficacemente risolto, sia perché molte volte una difficoltà erettile è il risultato di un problema di salute più vasto, legato all’integrità di altri apparati del nostro organismo, come quello metabolico o quello cardiovascolare. Non è raro che indagando una difficoltà di erezione si possa riscontrare un’ipertensione arteriosa che fino a quel momento non era conosciuta, o un diabete, anch’esso fino a quel momento rimasto “nascosto”. Si ritiene che i sintomi propri di una difficoltà erettile possano addirittura anticipare di circa 5 anni eventuali problematiche a livello coronarico. Questo perché il sistema erettile è molto sofisticato e va in tilt prima dello stesso sistema vascolare».

Quando si verifica una situazione del genere si viene a creare una collaborazione tra specialisti di differenti aree mediche?

«Sì, si innesca un percorso virtuoso di collaborazione con altri specialisti. Possono essere ad esempio previsti la valutazione cardiologica con esecuzione di elettrocardiogramma sotto sforzo o l’eco-stress cardiaco fisico, oppure una valutazione del diabetologo o anche del nutrizionista. In modo tale da poter mettere in atto gli opportuni provvedimenti legati al singolo caso».

E sotto il profilo di altre patologie andrologiche, che cosa si può dire?

«Il tumore al testicolo ha un picco di prevalenza nella fascia di uomini con più giovane età, dai 16-18 anni fino ai 30, dopo di che diminuisce molto come frequenza, ed è per questo che nei giovani è importante l’autopalpazione del testicolo, analogamente all’autopalpazione del seno nelle donne. Ma la visita è utile anche per tutte le altre disfunzioni legate al funzionamento del pene tra cui, appunto, la fimosi – che non consente un’adeguata scopertura del glande e non ne permette il mantenimento di una perfetta igiene oltre a essere nota per essere un fattore di rischio per lo sviluppo di un tumore del pene –, e la brevità del frenulo, collegata all’eiaculazione precoce».

Nell’adulto, quando è quindi il caso di sottoporsi una visita preventiva andrologica?

«Vale la pena sottoporsi a una visita di questo tipo dai 30 anni in poi. Già da quell’età alcuni fattori di rischio – come la presenza di molti grassi nel sangue, essere in sovrappeso o addirittura in condizione di obesità, vivere una vita all’insegna della sedentarietà – possono contribuire a creare un danno nel tempo, per cui pur in assenza di disturbi legati all’erezione si può essere già esposti al rischio di malattie future. Per questo è importante intercettare al momento giusto eventuali anomalie, così da intervenire su queste ed evitare che diventino vere e proprie patologie che, una volta sviluppatesi, non potranno più essere eliminate. Il primo passo è eliminare i fattori di rischio con opportuni cambiamenti degli stili di vita».

Urologia
Dott. Edoardo Pescatori
Visite ed Esami
Visita andrologica
Visita urologica

Sedi

Humanitas Medical Care
Bergamo
Via G. Camozzi, 10, Bergamo, BG, Italia
I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici