L’asma in gravidanza non deve preoccupare se ben curata

Le donne affette da asma bronchiale in genere tendono ad affrontare la gravidanza con maggiore preoccupazione.

Ma, una corretta gestione della patologia da parte dello specialista e il costante monitoraggio dei sintomi, unitamente a un attento stile di vita da parte della paziente, permettono di limitare in modo considerevole i rischi per la salute della mamma e del nascituro.

Ne abbiamo parlato con il dottor Giovanni Paoletti, Allergologo e Immunologo clinico in Humanitas Medical Care Milano via Domodossola.

Per quale motivo le donne affette da asma bronchiale possono andare incontro a maggiori problemi in gravidanza?

L’intero organismo della donna, e quindi anche i polmoni, nei mesi di gestazione si deve adattare ai mutamenti mediati dagli ormoni al fine di poter accogliere la nuova vita. Tali fluttuazioni ormonali con l’aumento fisiologico del peso e della pressione addominale possono favorire la comparsa di difficoltà respiratoria.

In quali casi aumenta il rischio di peggioramento dell’asma?

Nella mamma asmatica non è possibile prevedere come si evolverà la patologia in gravidanza.

Si sa che il rischio di esacerbazione dei sintomi dell’asma, che spesso si verifica verso la fine del secondo trimestre di gestazione, è maggiore in chi ha sofferto di un’asma classificata come “grave” già prima del concepimento e anche nelle forme meno gravi quando si interrompe la terapia abitualmente assunta per il trattamento della malattia.

I farmaci antiasmatici possono essere pericolosi in gravidanza?

Il timore che i farmaci antiasmatici possano danneggiare il feto portano molte donne asmatiche a sospendere la terapia di propria iniziativa con la scoperta della gravidanza.

“In realtà – sottolinea lo specialista – si tratta di una paura priva di fondamento, poiché è stato ampiamente dimostrato che molti di questi farmaci hanno un alto profilo di sicurezza anche in gravidanza e che la loro interruzione può causare un peggioramento dei sintomi della malattia e un conseguente minor apporto di ossigeno al nascituro, con effetti non trascurabili sullo sviluppo embrionale”.

Che cosa può fare la futura mamma asmatica per ridurre i rischi in gravidanza?

Evitare i fattori che possono riacutizzare l’asma”, risponde il dottor Paoletti. E conclude: “Essi sono principalmente: l’esposizione al fumo di sigaretta (sia attivo sia passivo, responsabile peraltro anche di possibili alterazioni dello sviluppo fetale), una dieta poco equilibrata e ricca di alimenti grassi che favorisce il sovrappeso, le infezioni virali delle vie respiratorie, alle quali le donne incinte possono essere più vulnerabili”.

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