Le vertigini: come diagnosticarle e le manovre per liberarsene

Le vertigini: una sensazione confusa e sbagliata di movimento e di percezione dell’ambiente circostante che se per alcuni è appena percettibile, per altri diventa limitante nei semplici gesti della vita quotidiana. Il sintomo più diffuso è la difficoltà a mantenere l’equilibrio.

Ne parla la dottoressa Chiara Re, otorinolaringoiatra in Humanitas Medical Care.

Vertigine: come si manifesta?

“Le vertigini si caratterizzano per la loro eterogeneità – dice la dottoressa -. I sintomi, e di conseguenza anche le manifestazioni e le terapie possono essere molto diverse tra di loro, variando da paziente a paziente, così come le cause che devono essere indagate con esami e manovre appropriate”. 

Ad esempio, non c’è un’età più o meno a rischio: si può presentare in maniera improvvisa a ogni etá (benché sia più rara nei bambini). La sensazione di vertigine può durare alcuni minuti, ore o addirittura giorni; può risolversi spontaneamente oppure ripresentarsi se si gira la testa o si cambia posizione. In alcuni casi può essere accompagnata anche da nausea e vomito, malessere e ansia, causata spesso dal timore che l’episodio si ripresenti. 

Per non confondere chi ne soffre, però, è bene ricordare che “la vertigine non è una patologia, ma è solo un sintomo – spiega l’esperta -. Esistono diverse patologie che causano vertigini, alcune benigne, altre molto gravi. Proprio per questo è doveroso andare a studiare ogni singolo paziente con esami il più appropriati possibile ed è fondamentale affidarsi a otorinolaringoiatri esperti in questo tipo di patologia”.

La diagnosi grazie alle Videonistagmografia

La videonistagmografia è l’esame utile allo specialista per confermare o meno la presenza di vertigini in un paziente: “L’esame, eseguito in ambulatorio, prevede che il paziente indossi un paio di occhiali dotati di telecamera interna – spiega la dottoressa Re – e viene sottoposto a manovre di stimolazione della vertigine. In questo modo, l’otorinolaringoiatra rileva la presenza qualitativa e quantitativa di nistagmo, ovvero di movimenti involontari della pupilla. In base alla tipologia del nistagmo, l’esperto può stabilire le cause della vertigine. La videonistagmografia permette inoltre di stabilire se è necessario sottoporre il paziente ad altri esami di diagnostica avanzata come la risonanza magnetica, oppure indirizzarlo a terapia specifica”.

Manovre liberatorie: come interrompere la sensazione di vertigine

La causa più comune di vertigine è la vertigine posizionale parossistica benigna (VPPB), causata da un anomalo posizionamento degli otoliti, dei piccoli cristalli di carbonato di calcio che si trovano all’interno di alcune strutture dell’orecchio. 

“La terapia – illustra la specialista – consiste in manovre ed esercizi ripetibili svolti dall’esperto e diversi a seconda della struttura del labirinto interessata. Le manovre, definite anche “manovre liberatorie”, consistono in una serie di movimenti rapidi della testa e del corpo del paziente che hanno lo scopo di riportare gli otoliti nella loro sede abituale. Se la manovra è efficace, il riposizionamento degli otoliti viene avvertito dal paziente con una violenta vertigine liberatoria in cui l’ambiente gira nel verso contrario rispetto alla vertigine originaria. Già dopo pochi minuti, il paziente gode dei benefici”.

 

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