L’importanza del ginecologo per le giovani donne

Oggigiorno, l’infertilità femminile è un problema molto diffuso che può dipendere da diverse cause, tra cui le infezioni e la posticipazione della maternità, in modo particolare. È fondamentale, quindi, sensibilizzare le giovani donne sul tema fertilità e sulla prevenzione.  

Per avere maggiori informazioni , abbiamo intervistato la dottoressa Giovanna Scienza ginecologa presso l’Ambulatorio di Ginecologia di Humanitas Medical Care Varese che, per molti anni, si è occupata prevalentemente del problema dell’infertilità. Attualmente si rivolge, in particolare, al mondo delle adolescenti e delle donne in età riproduttiva

Presso l’ambulatorio di Ginecologia di Humanitas Medical Care Varese, inoltre, lavorano  cinque ginecologhe, ognuna specializzata in una specifica area: donne in età fertile, donne in menopausa, problemi uro-ginecologici, patologie del collo dell’utero

Dottoressa, qual è il motivo principale per il quale le adolescenti devono rivolgersi al ginecologo?

La cura della donna nel periodo adolescenziale è importante per una buona salute riproduttiva. Le giovani non hanno bisogno solo  di contraccezione, ma anche di possedere gli strumenti per capire che la salute dell’apparato genitale è importante per la riproduzione futura e che esiste tutta una serie di interventi di prevenzione.

In generale, per quale motivo le giovani donne si rivolgono al ginecologo?

Di solito, la donna giovane si rivolge al ginecologo per un bisogno di contraccezione. Occorre, invece, sensibilizzare le ragazze sull’importanza della visita ginecologica per la salute dell’apparato genitale in previsione di una eventuale futura gravidanza e, quindi, sul discorso della prevenzione.

C’è un mondo di educazione e prevenzione, un’educazione che fa prevenzione.

Qual è il problema della fertilità della donna oggi?

Come afferma anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per quanto riguarda il vecchio continente, il problema fondamentale della fertilità femminile è legato al fatto che la donna oggi si riproduce dopo i trent’anni. Il   periodo migliore per affrontare una gravidanza, invece, è dai 20 ai 30 anni. In questo arco temporale, l’apparato riproduttore può andare incontro a una serie di patologie responsabili dell’infertilità. Se, per i motivi più svariati, soprattutto problemi reali, non è possibile concepire prima dei trent’anni, occorre almeno mantenere una salute riproduttiva. Basti pensare, ad esempio, alle infezioni sessualmente trasmesse.

Quali sono i rischi maggiori per la fertilità?

Principalmente le infezioni vaginali, un problema misconosciuto perché spesso la donna lo affronta da sola ricorrendo a farmaci da banco, magari consigliati dall’amica. Questi risolvono momentaneamente il sintomo, ma non combattono la causa: questo, a lungo andare, può condizionare la fertilità futura.

sistono  poi delle infezioni sessualmente trasmesse, come l’HIV, oggi troppo sottovalutate, perché si pensa che  riguardino solo categorie a rischio quali tossicodipendenti o omosessuali. In Lombardia, siamo tra  i primi in Italia per nuove infezioni e questo è significativo di una scarsa attenzione al problema. Esulando dall’aspetto morale, il fatto di avere rapporti sessuali con partner diversi e ripetuti, aumenta il rischio di trasmissione di queste patologie. Oltre all’HIV  esistono le infezioni da clamidia, da i micoplasmi che sono  spesso silenti nella donna, ma che possono avere conseguenze gravi  e permanenti a carico dell’apparato genitale e, quindi, causare infertilità.

Queste infezioni  spesso contratte durante i rapporti sessuali,  possono dare origine alla Malattia Infiammatoria Pelvica (PID). La malattia, spesso, è di difficile interpretazione perché i sintomi sono passeggeri e facilmente controllabili con farmaci da banco, ma l’infezione, non debellata con una congrua terapia antibiotica, va a infettare l’utero e le tube, si cronicizza, causa dolore e soprattutto infertilità. Nel caso le tube si siano chiuse per l’infezione la donna,  se vuole una gravidanza dovrà ricorrere alla fecondazione assistita, che ha una percentuale di successo variabile da caso a caso, ma che solitamente si attesta intorno al 20%.

L’attenzione alle infezioni vale anche per gli uomini: il 60% delle infertilità sono di tipo maschile e infezioni pregresse, infatti,  possono alterare la motilità degli spermatozoi.

Come la donna deve controllare la fertilità?

La donna deve sempre porsi il problema del controllo della fecondità, sia quando non vuole avere figli sia quando li desidererà.Una delle modalità è l’uso della contraccezione, con metodi  chimici, meccanici o di barriera o il controllo della fertilità  con  metodi naturali. Non esiste un metodo migliore dell’altro, ogni strumento va scelto su misura per ogni persona. Per fare un esempio, di pillole contraccettive ce ne sono di tanti tipi e il ginecologo deve prescrivere quella giusta per ciascuna donna, dopo aver valutato la sua storia personale e familiare.

Nel corso della visita ginecologica, qual è l’aspetto più importante da considerare?

Nelle giovani donne è fondamentale un’anamnesi dettagliata per capire la storia familiare, i fattori di rischio, l’eventuale predisposizione al rischio di trombosi, al tumore della mammella ecc., perché, in questi casi, i controlli devono essere mirati e cadenziati con frequenza adeguata”.

Sempre in tema di prevenzione, che consiglio può dare per le bambine?

Occorre sensibilizzare le mamme a vaccinare le figlie, prima che vivano i primi rapporti sessuali.

Oggi, in Italia, abbiamo un tasso di vaccinazione anti HPV (virus responsabile del tumore al collo dell’utero), che viene offerta gratuitamente alle bambine di dodici anni, variabile da regione a regione  In Lombardia, siamo intorno al 50%.

Prima di affrontare una gravidanza, quali esami deve fare una donna?

La visita ginecologica con il Pap-test, gli esami ematici per la valutazione del suo stato di immunizzazione e vaccinale (situazione anticorpi riguardo  malattie che possono incidere sulla gravidanza, come toxoplasmosi, rosolia, pertosse, varicella) ed esami suppletivi se la storia familiare della donna lo richiede”.

I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici