La prevenzione, parola chiave della salute del nostro corpo: sottoporsi a un controllo periodico è il primo passo per la cura di sé stesse.
Di prevenzione ginecologica, in particolare, abbiamo parlato con la dott.ssa Serena Del Zoppo, ginecologa in Humanitas Medical Care ad Arese.
Quando iniziare: la cura di sé dalla pubertà fino all’età adulta
Secondo la dottoressa Del Zoppo, l’età giusta per iniziare una ‘routine’ di controlli è attorno ai 18 anni, ma può essere anticipata nelle ragazze più giovani ma già sessualmente attive o ‘in previdenza di…’, per permette loro di avere un confronto con lo specialista ed eventualmente parlare del rapporto sessuale e della contraccezione, temi al centro dell’educazione sessuale e che a volte in giovane età possono essere considerati un tabù o motivo di imbarazzo.
Da questo momento in poi, le visite di controllo dovrebbero essere fatte ogni anno circa.
Fasi più delicate nella vita delle donne, che meritano quindi un controllo attento da parte di uno specialista, sono poi “la perimenopausa, ovvero fase che precede la menopause e la fase immediatamente successiva – ha spiegato Del Zoppo -. Questi momenti nella vita di una donna, in genere tra i 45 e i 55 anni, sono particolarmente importanti, non solo per il cambiamento a cui si va incontro sia fisico che psicologico, ma in particolare perché sono più frequenti patologie organiche dell’apparato riproduttivo come polipi ed alterazioni pretumorali dell’utero” e “meritano per questo motivo particolare attenzione e controllo”.
La dottoressa consiglia di rivolgersi al medico anche “in caso forti dolori o irregolarità mestruali che potrebbero essere la spia di endometriosi o di un ovaio policistico, che può associarsi ad acne ed irsutismo (peluria abbondante sul corpo e sul viso).
La visita
Oltre ad un’anamnesi approfondita, che indaga anche eventuali famigliarità o altre patologie, la visita di controllo per le ragazze in giovane età, prevede soltanto una ecografia trans-addominale mentre per le donne che sono già attive sessualmente la visita è accompagnata dall’ecografia trans-vaginale; l’ecografia, sia condotta per via addominale che transvaginale, permette al medico di diagnosticare ad esempio la presenza di eventuali cisti ovariche o polipi. “Si tratta di un’ecografia svolta grazie all’uso di una piccola sonda, assolutamente indolore e ben tollerata dalle pazienti”, ha specificato la dottoressa.
Il pap test: la più efficace prevenzione ginecologica dimostrata
Il pap test, che consiste in un prelievo citologico (cioè di cellule) dal collo dell’utero simile ad un tampone, serve per identificare eventuali alterazioni cellulari che nella maggior parte dei casi non sono tumorali, ma sono displasie.
Queste alterazioni sono dovute spesso alla presenza del papilloma virus e, se sottovalutate, potrebbero persistere sul collo dell’utero e nel tempo potrebbero trasformarsi in tumori.
Questo test di screening, permettendo una diagnosi molto precoce delle precancerosi cervicali, ha ridotto la mortalità per tumore del collo dell’utero dell’80%.
Ma, tranquillizza la dottoressa, “il papilloma virus è un virus ubiquitario: circa l’80% delle donne entra in contatto almeno una volta nella vita con il papilloma, contrae l’infezione in modo acuto ma il sistema immunitario riesce a debellare autonomamente il virus e acquisisce così l’immunità”. Solo “in alcuni casi l’infezione persiste e porta alle displasie e solo una piccolissima percentuale di queste evolve poi in un tumore maligno”.
Negli ultimi anni la lotta contro il papilloma virus ha trovato un grande alleato: il vaccino, che è offerto gratuitamente dal SSN per le ragazze che hanno compiuto gli 11 anni – età ideale per vaccinarsi – ma che può essere fatto (a pagamento) fino ai 45 anni. “Gli studi dimostrano che il vaccino riduce il rischio di recidive e reinfezioni anche in donne che hanno già subito trattamenti “
“Sottoporsi routinariamente ad un controllo ginecologico e al pap test sono aspetti importanti della prevenzione ginecologica, la quale richiede però anche uno stile di vita sano – ha concluso la dottoressa -, la giusta educazione sessuale e la conoscenza del proprio corpo per poter facilmente identificare eventuali “anomalie” del ciclo e chiedere una valutazione specialistica precoce”.
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