L’importanza dell’intelligenza emotiva

Intelligenza emotiva: cos’è e perché è importante

L’intelligenza emotiva è la capacità che ci permette di riconoscere, distinguere, nominare e gestire le emozioni, le nostre e quelle delle persone con cui abbiamo a che fare. Questo ci consente di imparare a usare le emozioni come informazioni preziose, per comprendere meglio noi stessi, le nostre relazioni e le decisioni che prendiamo in ogni momento della nostra vita. È una forma di consapevolezza che, quando allenata, ci aiuta a vivere in modo più efficace e soddisfacente.

Che cosa significa saper riconoscere e gestire le proprie emozioni? E perché è così importante allenare questa capacità? Ne parliamo con la dottoressa Antonietta Colucci, psichiatra di Humanitas Medical Care di Bergamo

Cosa sono le emozioni?

L’emozione è una manifestazione che coinvolge la mente e il corpo. Si accompagna a variazioni fisiche che interessano funzioni vegetative come circolazione, respirazione o digestione, ma che riguardano anche la tensione muscolare o la sensibilità sensoriale. Le emozioni hanno un ruolo chiave sotto il profilo biologico ed evolutivo, perché stimolano risposte che si adattano a situazioni di emergenza. Inoltre, influenzano processi cognitivi fondamentali come la percezione, la memoria e il pensiero e contribuiscono alla formazione dell’identità, della personalità e delle relazioni sociali. 

Emozioni di base ed emozioni secondarie

Si possono individuare alcune emozioni di base come la gioia, la rabbia, la paura, la tristezza, la sorpresa e il disgusto, che possono combinarsi tra loro e dare origine a emozioni secondarie, come la vergogna, la gratitudine, l’orgoglio o l’imbarazzo. Non solo: spesso le emozioni si mescolano tra loro, anche in modo ambivalente o imprevedibile. Per questo, anche quando viviamo stati complessi, contraddistinti da più emozioni che si presentano contemporaneamente, possiamo sempre ricondurli a elementi di base che hanno un significato preciso». 

Come prendersi cura delle proprie emozioni?

Il punto di partenza è saper identificare l’emozione, dandole un nome. Bisogna chiedersi: “Che cosa sto provando in questo momento?”: dare un nome a ciò che sentiamo ci permette di riconoscerlo e di poterlo condividere con gli altri. Più arricchiamo il nostro lessico emotivo, più diventiamo capaci di cogliere le sfumature e di definire con precisione i nostri stati interiori.

Le emozioni hanno tempi diversi rispetto all’azione:

i tempi emotivi sono lenti e richiedono profondità, pause e continui riassestamenti, al contrario dei tempi dell’azione, che sono rapidi e orientati alla prestazione e focalizzati sul risultato, sull’obiettivo che volta per volta ci poniamo. Per sintonizzarci davvero con ciò che proviamo dentro di noi dobbiamo concederci tempo, senza pretendere risposte immediate. 

Perché condividere le proprie emozioni con gli altri?

È un passaggio che arricchisce le persone. Riuscire a raccontare a parole e condividere con un’altra persona il nostro stato emotivo significa aprire uno spazio di scambio importante: chi parla, il “mittente”, utilizza la propria intelligenza emotiva per definire ciò che sente. Chi ascolta, il “ricevente”, attiva la propria empatia e i cosiddetti “neuroni a specchio”, che gli permettono di comprendere lo stato emotivo dell’altro. È in questo modo che nasce la vera partecipazione emotiva. 

È possibile allenare l’intelligenza emotiva?

Allenarsi a riconoscere e condividere il proprio mondo interiore, ma anche a immedesimarsi nei dolori, nei pensieri, nei sentimenti e nei desideri degli altri, significa far crescere la relazione con la nostra interiorità e con quella degli altri. È un lavoro che richiede tempo e impegno, ma che porta a raggiungere un doppio risultato prezioso: quello dell’equilibrio interiore e quello del proprio benessere, prima di tutto mentale e di conseguenza anche fisico.

Psichiatria
Dottoressa Antonietta Colucci
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