Linfedema, quando il sistema linfatico non funziona come dovrebbe

Il linfedema è una patologia che può colpire qualsiasi persona a qualsiasi età. Si tratta di un gonfiore dovuto all’accumulo di linfa nei tessuti di un arto, del collo, del viso, dei genitali secondario a cause diverse e spesso associate fra loro che non sempre possono essere individuate. Talvolta si manifesta improvvisamente e può progredire anche rapidamente, talvolta, invece, si manifesta in maniera subdola e progredisce lentamente, in maniera impercettibile.

Ne parliamo con il dottor Domenico Corda, medico chirurgo fisiatra e linfologo che opera presso Humanitas Medical Care di Bergamo.

Dottor Corda, quali sono le cause dello sviluppo di un linfedema?

«Il linfedema si sviluppa quando il drenaggio dei liquidi corporei operato dal sistema linfatico non avviene in maniera normale, per cui questi tendono ad accumularsi. Può comparire a qualsiasi età e si può sviluppare per problemi al sistema linfatico che possono essere presenti fin dalla nascita – malformazioni strutturali o funzionali congenite – o che possono comparire nel corso della vita in seguito a varie cause».

Quali possono essere le cause di un linfedema acquisito, cioè non congenito?

«Il linfedema secondario o acquisito si può manifestare a seguito di lesioni del sistema linfatico dovute a interventi chirurgici oncologici e non, radioterapia, chemioterapia, infezioni o traumi. A volte influiscono sulla sua formazione anche patologie venose, che possono causare un linfedema degli arti inferiori detto anche “flebo-linfedema” perché legato alla doppia insufficienza funzionale, venosa e linfatica».

Quali sono i segnali della presenza di un linfedema?

«Ci sono vari sintomi e segni clinici, tra questi i principali sono: un gonfiore che si sviluppa dapprima in modo saltuario e solo la sera e in seguito anche alla mattina, già al risveglio; una pesantezza che riguarda gli arti, su cui tendono a evidenziarsi i segni lasciati da bracciali, anelli, sandali o calze; un indurimento della cute; arrossamenti, infezioni, lesioni e, in fase avanzata, ulcere della cute. È importante prestare attenzione ai primi sintomi e segni (pesantezza, gonfiore, arrossamenti) e sottoporsi quanto prima a una visita linfologica: se il gonfiore iniziale, anche se lieve, non viene trattato correttamente, può diventare cronico e progressivo e portare a complicanze tessutali e cliniche anche molto serie come fibrosi, infezioni della cute e lesioni cutanee che possono progredire fino alle ulcere».

Il linfedema è curabile? Qual è il trattamento indicato per questa patologia?

«Il trattamento migliore oggi a nostra disposizione per combattere il linfedema consiste nella fisioterapia complessa di decongestione (CDP), che deve essere eseguita da personale riabilitativo esperto e specializzato e che si basa nello specifico su varie terapie che, nel dettaglio, prevedono anzitutto il mantenimento dell’igiene e la cura della cute, con la corretta medicazione delle lesioni eventualmente già presenti, si procede quindi, quasi sempre, con l’applicazione di un bendaggio multistrato a pressione controllata che prepara l’arto colpito all’indumento elastico terapeutico medicale generalmente su misura (bracciale, calza). Sia col bendaggio, sia con l’indumento elastico il paziente viene stimolato e invitato a svolgere specifici esercizi muscolari che hanno il compito di incrementare il flusso linfatico e favorire il riassorbimento della linfa. Può essere utile e talvolta fondamentale far precedere il bendaggio dall’esecuzione di una seduta terapeutica di drenaggio linfatico manuale o linfodrenaggio manuale (da non confondersi con il linfodrenaggio meccanico o pressoterapia) che ha l’obiettivo di migliorare la nutrizione tessutale, curare le cicatrici e ammorbidire l’edema favorendone il riassorbimento. Il segreto per ottenere i migliori risultati, per noi specialisti, è dunque quello di non dimettere il paziente ma di seguirlo nel tempo proponendo un programma personalizzato di mantenimento della decongestione.

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