Malattia di Parkinson, quali sono i campanelli d’allarme?

In Italia sono circa 300mila le persone affette dalla Malattia di Parkinson, una condizione che si manifesta quando la produzione di dopamina (il neurotrasmettitore che regola numerose funzioni dell’organismo, come il controllo del movimento, il comportamento, l’umore e il ritmo del sonno, memoria), cala in maniera considerevole a causa della degenerazione di neuroni in un’area chiamata “sostanza nera”. 

Tuttavia, per quanto sia corretto considerare il Parkinson come una patologia che influenza in modo importante la capacità di muoversi e controllare il proprio corpo, spesso, purtroppo, si manifesta in sordina, con sintomi spesso non riconoscibili.

Ce ne parla il dott. Michele Perini, neurologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Domodossola a Milano.

Come si manifesta il Parkinson?

Come dicevamo, spesso la Malattia di Parkinson si manifesta con sintomi aspecifici, campanelli di allarme da non sottovalutare che, a volte, si manifestano molto prima rispetto alla comparsa della patologia. Tra i piccoli segnali precoci che potrebbero anticipare lo sviluppo del Parkinson troviamo:

  • Perdita di espressività (il viso fatica a tradurre in espressioni le emozioni e i sentimenti che si provano)
  • Modifica nel tono della voce (diventa sempre più debole e privo di intensità verbale e, talvolta, le parole si confondono)
  • Senso dell’olfatto compromesso (sebbene non sia preso spesso in considerazione, è uno dei primi campanelli d’allarme del morbo di Parkinson)
  • Difficoltà a controllare i movimenti delle braccia (le braccia faticano ad oscillare mentre si cammina perché i movimenti del corpo non riescono a effettuare movimenti automatici).
  • Stati di indifferenza emotiva (si presentano momenti di apatia, depressione, umore instabile e anche la personalità si modifica)
  • Mutamento nella sudorazione (l’incarnato del viso può subire delle variazioni, diventando eccessivamente oleoso e seborroico).
  •  Ipotensione (pressione bassa) e stipsi ostinata (stitichezza).

Il tipico tremore collegato al morbo di Parkinson, dunque, non è il solo e unico segnale da tenere in considerazione, specialmente perché non è un sintomo presente fin dall’inizio della patologia, ma può manifestarsi con il tempo, quando la malattia è già progredita.

Quando i sintomi della Malattia di Parkinson tendono ad aggravarsi?

Quando si comincia a sentire la mancanza della terapia tra una dose di L Dopa (Madopar, Sinemet, Sirio sono le formulazioni più frequenti della terapia sostitutiva che rimpiazza la carenza di Dopamina) e la successiva (effetto detto di fine dose) , quando si manifestano blocchi improvvisi (fenomeni di “off”), quando compaiono movimenti involontari detti discinesie da picchi di assorbimento di L Dopa.

Come si può convivere con la Malattia di Parkinson?

Tenendo presente che la malattia è progressiva ma che, anche negli stadi avanzati, può essere suscettibile di miglioramenti, è importante avere un Neurologo di fiducia che possa consigliare non solo modifiche terapeutiche ma anche opzioni non farmacologiche, supporti eventuali psicologici e fisioterapici, aderendo ad iniziative di associazioni parkinson di zona per attività di tempo libero studiate per malati parkinsoniani, senza mai rassegnarsi ma superando le avversità con fiducia.

Vi sono molte opzioni di attività motorie proposte specificatamente per malati parkinsoniani (tai chi, tangoterapia), si può partecipare a seminari e convegni di approfondimento della malattia, si possono organizzare vacanze per malati parkinsoniani con personale formato, si possono avere indicazioni dietetiche per malati che assumano la L Dopa (a digiuno, con proteine solo serali per evitare competizioni di assorbimento con le proteine dei pasti).

Tanti piccoli accorgimenti aiutano a convivere meglio con la malattia guardando al futuro con speranza: studi sull’origine della malattia e sperimentazioni di nuove terapie sono continui e ogni anno riservano nuove sorprese.

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