Menopausa indotta dalla terapia oncologica, come gestirla?

Spesso, dopo la diagnosi di tumore al seno, la chemioterapia e la chirurgia, si rende necessario indurre la menopausa nelle pazienti che si trovano ancora in età fertile, con una terapia ormonale che porta, oltre agli effetti della chemioterapia e a quelli dell’ansia provocata dalla malattia, anche ai sintomi caratteristici della menopausa, non ultimi quelli ginecologici, come calo del desiderio sessuale, secchezza vaginale, bruciore, dolore durante i rapporti sessuali, spesso contribuiscono a ridurre ancor di più la qualità di vita della donna in terapia. Come è possibile gestirli?

Ce ne parla la dott.ssa Raffaela Cinzia Di Pace, ginecologa e sessuologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Murat a Milano.

Dottoressa, per quale motivo viene indotta la menopausa durante la terapia oncologica?

Nelle pazienti in età fertile, con diagnosi di tumore al seno, viene indotta la menopausa (menopausa iatrogena), con l’obiettivo di interrompere la normale produzione ovarica di estrogeni e progesterone perché in grado di stimolare la crescita delle cellule cancerose e portare ad un maggior sviluppo della malattia oncologica.

Tuttavia, questo processo, specie nelle pazienti più giovani intorno ai 35-45 anni, può richiedere che successivamente vengano svolte ulteriori terapie per gestire i sintomi indotti dalla menopausa e le conseguenze che questi possono avere sulla vita di relazione della paziente.

Cosa si può fare per gestire la secchezza vaginale nella menopausa indotta?

Ad oggi, l’uso delle terapie ormonali viene escluso per le donne con una menopausa indotta a causa di un carcinoma mammario, perché non si hanno ancora dati certi a riguardo, mentre invece è stata dimostrata la loro  sicurezza  nella gestione dei sintomi della menopausa fisiologica.

In tutte le donne, specie in quelle che hanno avuto un tumore al seno, è fondamentale recuperare la qualità di vita in menopausa ma anche essere certi   che  le terapie utilizzate  possa essere  considerata sicura.

Tuttavia, i trattamenti locali con acido ialuronico o sostanze bioattive, indicati in tutte  le pazienti e sicuri  anche   nelle pazienti oncologiche con diagnosi di tumore al seno, non sempre hanno l’efficacia sperata.

Rivolgersi al proprio ginecologo di fiducia e parlarne con l’oncologo di riferimento può aiutare a trovare soluzioni innovative, efficaci e sicure.

Quali sono i trattamenti efficaci e sicuri?

Uno dei trattamenti che non presenta controindicazioni nelle donne con tumore al seno è la terapia con radiofrequenza quadripolare dinamica, un trattamento considerato efficace nel trattare i sintomi della secchezza vaginale e nell’atrofia vulvo-vaginale associata a sindrome genito-urinaria in menopausa.

L’uso delle onde ad energia termica intermittenti permette infatti di alleviare i sintomi ginecologici nella menopausa indotta grazie ad un effetto chiamato porazione che consente di aumentare l’assorbimento locale di sostanze bioattive o acido ialuronico nei tessuti vulvari e vaginali esterni, aumentando l’efficacia del trattamento contro l’atrofia vulvo-vaginale, incrementando l’idratazione, riattivando il microcircolo locale, stimolando le cellule a produrre collagene ed elastina, e migliorando l’elasticità e la compattezza del canale vaginale.

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