Metodologie neurochirurgiche per le fratture vertebrali

Il cedimento strutturale delle vertebre è una delle conseguenze più comuni e frequenti dell’osteoporosi, patologia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo.

Il rimedio più efficace per le fratture vertebrali è la vertebroplastica, una tecnica nata nel 1984 e perfezionata nei primi anni ’90, che consiste nello stabilizzare la frattura iniettando uno speciale cemento all’interno della vertebra. La tecnica, invece, (più recente) per ripristinare il volume di una vertebra schiacciata è la cifoplastica.

Quando si ricorre alla vertebroplastica?

Le fratture osteoporotiche, che riguardano prevalentemente le vertebre lombari e dorsali, fino a qualche anno fa venivano trattate con l’uso di busti, che dovevano essere indossati per un lungo periodo di tempo (anche fino a sei mesi) per garantire la guarigione, procurando effetti collaterali, quali l’atrofia muscolare.

La vertebroplastica (letteralmente significa “consolidare, stabilizzare il corpo vertebrale”) è una tecnica che ha rivoluzionato il trattamento dei crolli vertebrali, consentendo un’immediata scomparsa del dolore e una rapida ripresa delle normali attività quotidiane. Questa procedura consiste nell’iniezione nella vertebra fratturata di una resina acrilica (polimetilmetacrilato) che, riempiendo i vuoti nella struttura ossea deformata dall’evento traumatico, consente l’aumento della solidità della vertebra stessa. Grazie anche ai benefici effetti del rialzo termico, che avviene durante la fase di indurimento della resina, si ha così la rapida regressione del dolore.

Chi può sottoporsi all’intervento di vertebroplastica?

La vertebroplastica è un intervento che viene effettuato per via percutanea, in anestesia locale o in sedazione, in regime di day hospital o con dimissione il giorno dopo, anche a pazienti piuttosto anziani. Non tutti, però, sono idonei a questo tipo di intervento. Requisito fondamentale è che la frattura sia recente (verificabile con la risonanza magnetica), perché l’eventuale formazione di un callo osseo impedisce di usufruire di questo trattamento.

Per quale patologia è indicata, invece, la cifoplastica?

Anche la cifoplastica è una procedura che permette di alleviare la sintomatologia dolorosa associata ai crolli vertebrali. Essa prevede due momenti: uno speciale palloncino viene gonfiato all’interno del corpo vertebrale schiacciato per ricostituirne il volume originario. Successivamente, nella vertebra si inietta la resina acrilica dopo avere sgonfiato lentamente il palloncino. La resina, solidificandosi, riempie la cavità lasciata da quest’ultimo.

Come nella vertebroplastica, questo processo meccanico, associato al calore sviluppato durante la fase di indurimento della resina, porta alla immediata e praticamente totale scomparsa del dolore.

Quali sono i requisiti per poter usufruire di questa tecnica?

Anche la cifoplastica viene solitamente eseguita in regime di day hospital, in anestesia locale o in sedazione, anche nei pazienti molto anziani. L’intervento non prevede alcuna incisione chirurgica, ma si utilizzano esclusivamente degli aghi speciali che vengono inseriti attraverso la cute in specifici punti della vertebra, sotto controllo radiologico costante. Anche in questo caso, solo fratture recenti possono trarre beneficio da questa procedura.

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