No al fumo, soprattutto in gravidanza!

La gravidanza potrebbe rappresentare l’occasione perfetta per decidere di smettere di fumare, abitudine pericolosa per la salute dei genitori, ma ancora di più per il bambino.

Abbiamo chiesto alla dottoressa Licia Vanessa Siracusano, onco-ematologa dell’Unità Operativa di Oncologia Medica ed Ematologia in Humanitas e referente del Centro Antifumo di Humanitas Cancer Center, quali siano le ragioni per smettere di fumare quando si aspetta un bambino.

Perché è pericoloso fumare quando si aspetta un bambino?

I ricercatori hanno riconosciuto i molti danni del tabagismo in gravidanza sulla salute del feto e del nascituro. Il fumo di tabacco, infatti, contiene sostanze cancerogene (le più pericolose sono le nitrosammine) che, attraverso il sangue della madre, oltrepassano la placenta e raggiungono il feto – risponde la dottoressa.

“Il rischio più immediato è il ritardo di crescita intrauterino e la riduzione del peso alla nascita. Il feto viene ‘nutrito’ con sangue meno ossigenato, perché il fumo di sigaretta aggiunge monossido di carbonio al sangue a discapito dell’ossigeno”, afferma la dottoressa Siracusano.

Inoltre, anche se non ci sono studi definitivi a questo proposito, sembra molto probabile che queste sostanze siano in grado di alterare il DNA del feto e quindi causare mutazioni genetiche e aumentare il rischio di tumori per il nascituro subito dopo il parto e anche in futuro, durante lo sviluppo e oltre. “Alcuni soggetti possono avere un DNA molto ‘resistente’, ma comunque anche per loro il fumo induce una trasformazione genica”, aggiunge la specialista.

È vero che sono notevolmente aumentate le donne fumatrici?

Le nuove generazioni non solo si avvicinano al fumo più in anticipo rispetto al passato, ma oggi sono proprio le ragazze e le donne a superare gli uomini in questo pericoloso vizio. Il tumore al polmone, malattia strettamente correlata al fumo e fino a pochi decenni fa in prevalenza maschile, è ormai il terzo tumore femminile, dopo quello del seno e del colon retto, e il secondo per mortalità.

“Fino a trent’anni fa si trattava di un evento raro per la popolazione femminile; oggi, a causa del fumo, la mortalità femminile è salita dell’1%, mentre quella maschile si è ridotta del 2,2%”, conclude la dottoressa Siracusano.

 

 

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