Con l’invecchiamento, anche le palpebre (sia superiori sia inferiori) subiscono delle modificazioni e, soprattutto in chi ne è predisposto, incominciano a presentare un eccesso cutaneo e talvolta muscolare che le rende, per così dire, “pesanti”.
Il problema, però, non è solo estetico, perché spesso compromette la corretta visione e può causare anche frequenti mal di testa.
Ne abbiamo parlato con il professor Marco Klinger, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica II dell’Istituto Clinico Humanitas.
Quali sono i disturbi che interessano le palpebre superiori?
“Oltre alla blefarocalasi (un eccesso di epidermide della palpebra superiore associata a una perdita di tonicità, che spesso rappresenta solo un problema estetico), per quanto riguarda gli aspetti funzionali c’è la ptosi palpebrale, ossia l’indebolimento congenito del muscolo elevatore della palpebra superiore che spesso rende incompleta l’apertura dell’occhio. Il problema di solito compare un po’ in là negli anni e ovviamente determina disturbi visivi”, spiega il professore.
Quali problemi, invece, possono riguardare le palpebre inferiori?
Sono due, principalmente: entropion ed ectropion. L’entropion determina una specie di ribaltamento delle ciglia verso l’interno, le quali si vengono a trovare a contatto col bulbo oculare, con conseguente infiammazione della cornea e della congiuntiva. Soprattutto presente negli anziani, questo disturbo a volte è causato da traumi o da precedenti interventi alle palpebre.
Lo stesso discorso vale per l’ectropion, situazione in cui le palpebre inferiori subiscono una specie di retrazione, che determina l’esposizione prolungata della cornea e della congiuntiva. “In questo caso, le conseguenze sono infiammazioni locali e continua fuoriuscita di lacrime”, specifica il professore.
Come si può intervenire?
“Si può intervenire con la blefaroplastica – spiega il professore –, un intervento di chirurgia plastica che cancella con un colpo di spugna tutti i difetti che possono colpire la regione delle palpebre, comprese le odiate borse”.
Di che tipo d’intervento si tratta?
“Ovviamente dipende dall’età del paziente e dal suo disturbo: un conto è operare un giovane con le borse sotto gli occhi, altra cosa è intervenire su un paziente anziano che soffre per le conseguenze di precedenti traumi alle palpebre”, sostiene Klinger. In generale, comunque, la blefaroplastica è un intervento che si esegue in anestesia locale e in day hospital e comporta lividi e gonfiore nella zona per sette-dieci giorni.
Quali risultati si ottengono con la blefaroplastica?
“Anche in questo caso, dipende dal paziente. Di fatto, la maggior parte di questi interventi è determinata da esigenze estetiche (la zona degli occhi è fondamentale per dare un’impressione di freschezza al volto). In generale lo standard dei risultati è ottimo, soprattutto per i pazienti di età compresa tra i trenta e i quarantacinque anni”, afferma il chirurgo.
Quali consigli può dare per la convalescenza?
“Dopo l’intervento, il paziente deve assumere gli antibiotici sia in compresse sia come colliri per una settimana. Inoltre, deve indossare occhiali scuri per proteggere gli occhi dai raggi del sole. La rimozione dei punti di sutura avviene, a seconda dell’intervento, dopo tre-sette giorni e già al quarto giorno le signore che lo desiderano possono riprendere a truccarsi gli occhi. Un po’ più di pazienza, invece, prima di esporsi al sole: per questo occorre aspettare almeno quattro settimane”, conclude il professor Klinger.
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