Papillomavirus: colpisce sia le donne sia gli uomini e deve essere curato per tempo

Il papillomavirus umano, comunemente noto con la sigla HPV, è un virus che colpisce la maggior parte delle donne e degli uomini sessualmente attivi. È la più frequente tra tutte le infezioni che vengono trasmesse per via sessuale e non è una condizione da sottovalutare: se non diagnosticato e curato in tempo, può causare vari tumori, tra cui quello all’ano, quello dell’orofaringe e, in particolare, per le donne, quello della cervice uterina.

La cura di questo virus deve essere affidata necessariamente da un’equipe disciplinare altamente qualificata. In Humanitas Medical Care Bergamo è attivo l’Ambulatorio HPV che vede la collaborazione di ginecologi, dermatologi e otorinolaringoiatri.

Ne parliamo con la dott.ssa Marzia Baldi, dermatologa, coordinatrice dell’Ambulatorio.

Dottoressa Baldi, chi è più a rischio di contrarre il papilloma virus?

«Bisogna prima di tutto dire che di HPV ne esistono oltre 100 tipologie, che provocano differenti conseguenze sul nostro organismo. Le più colpite sono le donne attive dal punto di vista sessuale: l’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che almeno l’80% di esse si infetta almeno una volta nella vita con uno di questi virus. Nella maggior parte dei casi l’HPV è asintomatico ma anche gli uomini possono esserne colpiti in percentuale è più bassa rispetto alle donne (si calcola graviti attorno al 62%)».

Come si trasmette il papilloma virus?

«Si trasmette per via sessuale, ma non necessariamente attraverso un rapporto sessuale completo. Non è facile capire da chi si è contratta l’infezione, perché la sua incubazione può durare da poche settimane a qualche anno, quindi può essere stata trasmessa da partner precedenti. E’ una patologia facile da prevenire e diventa molto importante, una volta diagnosticata, tenerne sott’occhio l’evoluzione clinica e strumentale delle lesioni».

Quali conseguenze può avere un papilloma virus non trattato precocemente?

«La maggior parte delle tipologie di HPV è considerata “a basso rischio” e può comportare, per entrambi i sessi, la formazione di condilomi ano-genitali o altre malattie benigne come le verruche, la congiuntivite papillomatosa o i papillomi laringei. I tipi di HPV che invece possono essere definiti “ad alto rischio” sono circa una quindicina e possono potenzialmente essere causa di cancro. Per le donne il rischio maggiore è quello della formazione di tumori della cervice, vaginali, vulvari o orofaringei. Per gli uomini si parla soprattutto di carcinomi anali, dell’orofaringe e del pene».

Come può essere diagnosticato l’HPV?

«Esistono esami specifici per ogni tipo di infezione. L’esame specifico raccomandato per le donne per la prevenzione del tumore del collo dell’utero, il più diffuso e di facile esecuzione, è il Test HPV, da eseguirsi ogni 5 anni quando si ha un’età al di sopra dei 30-35 anni. È un esame che è in grado di indicare con largo anticipo la condizione di rischio di sviluppare un cancro alla cervice uterina. Per gli uomini non esiste un test corrispondente per quanto riguarda le lesioni correlate ad ano e pene, per cui la diagnosi viene fatta attraverso una peniscopia o con l’esecuzione di tamponi uretrali, anali e orofaringei. Le infezioni di tipo dermatologico e di competenza dell’otorinolaringoiatra, invece vengono identificate nel corso di visite specialistiche mirate a seconda dei sintomi denunciati dal paziente».

Contro l’HPV esiste un vaccino…

«Sì, il vaccino può essere considerata l’arma più efficace di prevenzione e protezione rispetto ai tipi di HPV considerati ad alto rischio sia per le donne, sia per gli uomini. Ma i suoi effetti sono efficaci anche rispetto a quelli a basso rischio. La vaccinazione è consigliata e offerta gratuitamente agli adolescenti – ragazzi e ragazze – con un’età attorno ai 12 anni di età, prima che ci sia inizio dell’attività sessuale. Il vaccino può però essere inoculato anche dopo i 14 anni, anche se non viene più offerto gratuitamente ma a pagamento. Con la vaccinazione si può fare prevenzione primaria, riducendo la capacità di una semplice infezione di trasformarsi in cancro».

Specialista in Dermatologia e Venerologia
Dott.ssa Marzia Baldi
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