Perché il calcio è importante per le nostre ossa?

Il calcio è un minerale conosciuto soprattutto per il suo contributo alla salute delle ossa ma svolge anche una quantità di ruoli diversi ed essenziali, così importanti che ha bisogno di un complesso sistema di controlli che ne regolino assunzione, utilizzo ed escrezione. 

Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Chiara Circosta, nutrizionista presso il centro Humanitas Medical Care Domodossola a Milano.

Che cos’è il calcio?

Sappiamo che il calcio è uno dei metalli più abbondanti della crosta terrestre, sotto forma di ammassisedimentari formati dal lento accumularsi dei gusci di creature

marine. Esiste quindi un ciclo del calcio che parte proprio da questi depositi e che porterà alla formazione di ulteriori sedimenti calcarei.

Al tempo stesso sappiamo che il calcio è il metallo più abbondante nel nostro organismo: alla nascita ne sono presenti circa 30 grammi, quantità che aumenta progressivamente fino all’età adulta, per arrivare a valori medi di 900-1300 grammi.

Il calcio è presente in tutti i tessuti e in tutte le cellule ma è distribuito in maniera fortemente asimmetrica: circa il 99% è localizzato nelle ossa e nei denti, mentre il restante 1%, all’incirca una decina di grammi, lo si trova a livello del sangue e dei tessuti.

Perché è importante il calcio?

Il calcio è essenziale per un gran numero di processi e funzioni, così importante che quando l’apporto del minerale con la dieta risulta inadeguato, l’organismo è disposto a sacrificare parte di quello presente nelle ossa pur di mantenerne un’adeguata concentrazione a livello di sangue, fluidi extracellulari e cellule.

Come accennavamo sopra, il 99% del calcio costituisce le ossa e lo scheletro, una struttura “viva” che sostiene e protegge gli organi del corpo, cresce, cambia e invecchia, con una continua opera di rimodellazione che nell’adulto porta ad un ricambio quasi completo del materiale minerale che lo costituisce in circa sei-sette anni, molto più rapidamente durante l’infanzia e l’adolescenza.

Come sono composte le nostre ossa?

L’osso è composto per il 20-40% da una matrice organica, costituita soprattutto da collagene e altre proteine, per il 50-70% da una frazione minerale costituita soprattutto da idrossiapatite di calcio [Ca10(P04) (OH)2] e per il resto da acqua e grassi.

La parte organica garantisce elasticità allo scheletro (essenziale per i processi di crescita, rigenerazione e rimodellamento), oltre che dal collagene è costituita da proteine come l’osteocalcina – molecola ad alta affinità per il calcio, indispensabile per la mineralizzazione dell’osso – e da numerosi elementi cellulari, in particolar modo osteoblasti e osteoclasti, responsabili dei processi di crescita e rimodellamento del tessuto osseo.

L’equilibrio tra l’attività degli osteoblasti e quella degli osteoclasti, tra l’attività di deposizione e quella di riassorbimento, permette di mantenere costante la massa ossea. Ovviamente il rapporto tra i processi cambia nelle varie fasi della vita ed è alla base dei cambiamenti cui lo scheletro va incontro durante il ciclo vitale.

Lo scheletro si forma attraverso processi complessi, a partire da tessuti molli e cartilaginei che si organizzano a formare strutture più o meno regolari sulle quali si depositano i cristalli di idrossiapatite.

Accanto al calcio anche il fosforo risulta essere indispensabile per una corretta mineralizzazione, tanto che in carenza di fosforo il processo non può procedere adeguata.

Quali sono le fasi di accrescimento, stabilizzazione e rigenerazione ossea?

Durante l’infanzia l’accrescimento dello scheletro continua per raggiungere un picco durante l’adolescenza. In questo periodo, secondo le linee guida italiane LARN, l’apporto ottimale di calcio è stimato intorno ai 1200 mg/die. Valori superiori a questi, raggiungibili grazie all’uso di integratori, rendono possibile un aumento del contenuto del minerale a livello osseo, che tuttavia scompare al venir meno dell’integrazione.

Entro i 18-20 anni è accumulata la maggior parte della massa ossea, raggiungendo così il picco di massa ossea.

Tra i 30 e i 50 anni la massa ossea si mantiene relativamente costante e i processi di rimodellamento sono legati soprattutto all’attività fisica e al carico meccanico che questa determina. Una riduzione della massaossea in questa fase è legata a patologie, utilizzo di particolari farmaci, inattività forzata e prolungata, fumo e abuso di alcol.

Man mano che l’età avanza, l’attività degli osteoclasti sopravanza quella degli osteoclasti e il riassorbimento del tessuto osseo supera la formazione. Nelle donne, durante e nel periodo successivo alla menopausa, la riduzione del livello di estrogeni si accompagna a una riduzione apprezzabile della massa ossea, la cui entità dipende da un gran numero di fattori’, tra cui il livello di attività fisica, la composizione corporea e il picco di massa ossea raggiunto in gioventù.

Nel periodo perimenopausale si ha una perdita di massa ossea pari al 3-7% annuale, valore che cala allo 0,5-2% annuale dopo i 65 anni, valori a questo punto molto simili a quelli degli uomini nel medesimo gruppo di età.

Nei soggetti anziani è cruciale mantenere un adeguato apporto di calcio a causa di una progressiva riduzione dell’efficienza dell’assorbimento intestinale, accompagnata spesso da livelli non adeguati di vitamina D.

Cosa succede quando c’è una carenza di calcio?

Quando la riduzione del contenuto minerale dell’osso è rilevante si parla di osteoporosi: le ossa diventano fragili e aumenta il rischio di fratture spontanee, soprattutto a carico delle vertebre e dell’anca. La progressione di questa condizione può essere rallentata con un’alimentazione adeguata, ricca di calcio, fosforo e vitamina D, e con una attività fisica mirata che stimoli l’azione degli osteoblasti.

Nutrizione Umana
Dott.ssa Chiara Circosta

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Humanitas Medical Care
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