Il peritoneo è una superficie sierosa che rivesta la cavità addominale ed entra in contatto con molti organi all’interno dell’addome, estendendosi per circa otto metri quadri.
Quali neoplasie interessano il peritoneo?
Il peritoneo è una sede tipica di metastasi di tumori del colon, dell’ovaio, dello stomaco, del pancreas, del melanoma maligno, del tumore alla mammella e i sarcomi dei tessuti molli. Esistono anche tumori primitivi del peritoneo, molto rari, come il mesotelioma e lo pseudomixoma.
Quanto è pericoloso una neoplasia del peritoneo?
La prognosi è altamente sfavorevole per i pazienti portatori di carcinosi (disseminazione di manifestazioni neoplastiche sulla superficie del peritoneo) da tumore dello stomaco. La carcinosi da neoplasia del colon e da neoplasia ovarica, invece, sono più facilmente guaribili, in quanto rispondono bene alla chemioterapia. Nel caso di alcuni tumori al colon, le carcinosi sono eliminabili in modo radicale tramite trattamento chirurgico.
Quando è consigliato l’intervento chirurgico?
Questo tipo di intervento si rivela il trattamento d’elezione per le neoplasie primitive del peritoneo. Per le carcinosi secondarie ha efficacia essenzialmente per casi selezionati di tumore del colon o dell’ovaio. Non è attualmente applicabile per le carcinosi da stomaco, se non per qualche rara eccezione.
In che cosa consiste l’intervento?
L’intervento prevede un’esplorazione accurata di tutte le zone addominali, per valutare la quota di carcinosi. L’obiettivo che ci si pone è quello di asportare la neoplasia in modo radicale. Dopo aver tolto le zone di peritoneo, con eventuale resezione degli organi interessati dalla malattia, si procede alla chiusura provvisoria dell’addome e si pratica il ‘lavaggio’ della cavità a elevata temperatura (42 °C).
Esistono alternative all’intervento?
Si sta studiando l’utilità della sola perfusione ipertermica in corso di gastrectomia, cioè di resezione dello stomaco, nei casi di malattia localmente avanzata, ma senza metastasi in atto. Inoltre, si può avviare una procedura da sempre utilizzata per il cancro dell’ovaio. I pazienti sottoposti a chirurgia resettiva per tumore del colon avanzato, ma senza metastasi, vengono rioperati un anno dopo per verificare e, nel caso, curare un’eventuale carcinosi non riscontrabile con i normali accertamenti radiologici.
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