Quanto conta l’alleanza terapeutica in fisioterapia?

Con il termine alleanza terapeutica si intende una “relazione” che viene ad instaurarsi tra paziente e operatore sanitario, caratterizzata da tre componenti fondamentali: il legame, l’accordo sugli obiettivi da raggiungere e l’accordo sulle tecniche di trattamento. Un legame che nel campo della fisioterapia ha dimostrato di avere numerosi benefici: il paziente, percependo l’empatia del terapeuta, partecipa più attivamente al processo decisionale relativo al trattamento migliore per lui, con una visione più ampia e condivisa della propria condizione di salute.

Secondo alcuni studi recenti, infatti, “L’empatia può essere considerata come l’intenzione, da parte del fisioterapista, di rimanere all’interno del quadro di riferimento del paziente, comprendendo i suoi sentimenti e dimostrando questa comprensione in dettaglio”, aiutandolo così non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico.

Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Emanuela De Martino, fisioterapista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Domodossola a Milano.

Perché è importante costruire un’alleanza terapeutica?

L’alleanza terapeutica è fondamentale per ottenere un buon risultato del percorso riabilitativo. Molti studi scientifici negli ultimi dieci anni hanno osservato una correlazione positiva tra relazione terapeutica ed esiti del trattamento fisioterapico, soprattutto in ambito muscoloscheletrico: i pazienti con dolore muscolare e articolare trattati con la fisioterapia ottengono risultati migliori, sia in termini di  diminuzione del dolore che di recupero della funzione, quando il legame col loro terapista è più saldo. Questa osservazione è vera anche in ambito neurologico e geriatrico, e nella fisioterapia strumentale.

Come si costruisce un’alleanza terapeutica?

Per costruire una buona alleanza è importante che il terapista ascolti i bisogni del paziente e proponga un percorso terapeutico in linea con questi bisogni, che il paziente possa comprendere e fare proprio, sentendo di lavorare “in squadra” col terapista. Propensione all’ascolto, empatia e abilità comunicative sono caratteristiche fondamentali del terapista, insieme alla capacità di organizzare il percorso riabilitativo e di orientare il paziente attraverso di esso, motivando, sostenendo, e spronando quando necessario. 

In che modo l’alleanza terapeutica aiuta il paziente?

Una relazione positiva con il terapista aiuta il paziente a rimanere ancorato alla terapia, che non è mai solo un trattamento passivo, ma un percorso che lo coinvolge in prima persona, e che può richiedere tempo, sforzo, costanza e impegno. L’allenza con il terapista è fondamentale per superare le barriere fisiche e psicologiche che non permetterebbero al paziente di portare a termine il percorso, ottenendo i risultati sperati e mantenendoli nel tempo.

Quali sono le problematiche maggiori che riscontra nei pazienti?

Spesso il mancato raggiungimento dei risultati in fisioterapia è legato all’abbandono del percorso riabilitativo da parte del paziente. Le cause sono varie e molto personali, e ciascuna merita un approfondimento puntuale e una soluzione specifica.

Molti pazienti lamentano limiti di tempo da dedicare alla riabilitazione. È importante che la proposta riabilitativa tenga conto del tempo che realisticamente il paziente potrà dedicare agli esercizi, ma bisognerà anche educare il paziente a considerare il valore di quel tempo che dedica a se stesso e alla propria salute.

Alcuni pazienti possono essere molto spaventati dalla terapia e dal movimento, soprattutto se hanno sperimentato dolori forti e cronici. Un approccio rassicurante e un programma di esercizi più soft sarà adatto a facilitare un recupero progressivo.

Altri pazienti possono perdere motivazione e interesse quando si trovano davanti a situazioni che richiedono sforzo e fatica, sia fisica che psicologica. A seconda dei casi il terapista dovrà trovare soluzioni che facilitino il paziente (ad esempio con esercizi più semplici e meno frustranti), oppure insistere e spronare il paziente a superare il proprio limite.

Oggi come ci si approccia al paziente rispetto al passato?

Oggi i pazienti manifestano l’esigenza di essere coinvolti nel processo diagnostico e terapeutico molto più di qualche decennio fa. Questa richiesta di inclusività trova riscontro in una maggiore efficacia della terapia quando il paziente vi partecipa attivamente, prendendosi carico in prima persona della propria salute. In questo contesto la costruzione di un’alleanza terapeutica efficace assume un’importanza fondamentale in tutti gli ambiti della medicina. Per questo nei prossimi anni potrebbe nascere l’esigenza di formare professionisti sanitari non solo in ambito tecnico, ma anche comunicativo e relazionale.

Fisioterpista
Dott.ssa Emanuela De Martino

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