Ragade anale, come si può intervenire?

La ragade anale è una lacerazione (piccola ferita) del rivestimento del canale anale che produce dolore molto intenso, sanguinamento durante la defecazione e prurito. Sebbene possa verificarsi a qualsiasi età, è più comune nei soggetti giovani. Quali sono le cause e come può essere trattata?

Ce ne parla il dott. Corrado Bottini, chirurgo generale presso Humanitas Mater Domini e presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Varese.

Quali sono le cause della ragade anale?

Esistono diversi fattori di rischio che possono determinare o predisporre alla formazione della ragade anale, come:

·    evacuazione di feci dure (se difficoltosa e protratta, può causare una lacerazione)

·    stress (determina uno spasmo involontario, o ipertono, dello sfintere interno, ostacolando l’espulsione delle feci, con successiva formazione della ragade)

·    diarrea cronica

·    traumi locali

·    malattie infiammatorie croniche che coinvolgono il canale anale

Le ragadi anali possono presentarsi anche in età pediatrica (in corrispondenza dei cambi di regime alimentare) e nelle donne durante la gravidanza o il puerperio. Inoltre, possono essere associate ad emorroidi o a malattie infiammatorie croniche (morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa),

Come viene diagnosticata la ragade anale?

La ragade può essere diagnosticata durante una visita proctologica: l’esplorazione rettale, consente – se il dolore non è troppo intenso – di valutare il tono, in genere molto aumentato, del canale anale, ed è possibile apprezzare una depressione dolente a livello del canale anale anteriore o posteriore (che sono le zone più deboli). Se il dolore lo permette è possibile eseguire una anoscopia (magari utilizzando uno strumento pediatrico) distinguendo la forma acuta da quella cronica, a seconda dell’indurimento dei margini e della sua profondità.

Come si cura una ragade anale?

La maggior parte delle ragadi tende a guarire con un approccio di tipo conservativo che prevede l’uso di integratori, una dieta ricca di fibre, un adeguato introito idrico (almeno 2 litri di acqua al giorno) ed una terapia medica con pomate a base di nitroglicerina e farmaci calcio-antagonisti, in grado di garantire la cicatrizzazione della ragade e la risoluzione dello spasmo del muscolo sfintere interno.

In caso di fallimento, sarà necessario ricorrere alla chirurgia.

Come avviene l’intervento chirurgico per la ragade anale?

La terapia chirurgica prevede una sfinterotomia anale laterale interna che consiste nella sezione di una porzione del muscolo sfintere interno, responsabile dell’ipertono anale, con lo scopo di ridurre l’eccesso di tono. Viene effettuata in anestesia locale e, in genere, ambulatorialmente o con ricovero di un giorno; tale intervento risolve subito sia il dolore che lo spasmo, permettendo alla ragade di guarire in poche settimane.

Un altro intervento possibile è l’anoplastica, che consiste nell’asportazione della ragade e nella riparazione della ferita con un lembo di mucosa anale o di cute del paziente. Questo intervento è indicato soprattutto quando non c’è ipertono sfinterico, in caso di chirurgia anale precedente, ed in presenza di lesioni cutanee associate (voluminosa marisca sentinella o polipo anale prolassante).

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Dr Corrado Bottini
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