Riabilitazione del pavimento pelvico: perchè è importante dopo il parto

Il pavimento pelvico, o perineo, è l’insieme di muscoli legamenti e nervi che chiude inferiormente il bacino e che sorregge tutti gli organi pelvici contenuti nella cavità addominale (l’utero, la vescica ed il retto) e il diaframma respiratorio.

Il pavimento pelvico, come del resto ogni altra parte del nostro organismo, può essere soggetto a problematiche che possono avere maggiore o minore gravità, ma che devono comunque essere tenute sotto controllo e riabilitate perché possono influenzare lo stile di vita e la percezione del proprio corpo creando disagio, dolore o imbarazzo.

Il perineo è anche sede dell’inconscio e dell’istinto, luogo di integrità e identità, ed è legato alle principali funzioni neurovegetative. Quindi mantenere l’integrità e una buona funzionalità del pavimento pelvico aiuta a prevenire e correggere alcuni disturbi uroginecologici e ano-rettali.

Ne parliamo con la dottoressa Ostetrica Michela Gualandris, che svolge la propria attività in Humanitas Medical Care di Almè.

Dottoressa Ostetrica Gualandris, quali sono le problematiche pelvi-perineali che possono generarsi nelle donne?

«Le disfunzioni perineali possono essere molte, causate dalla postura, dagli sforzi, dallo stile di vita scorretto, dall’attività fisica svolta, dallo stress che il pavimento pelvico subisce in gravidanza e al parto. Il pavimento pelvico ha sei funzioni principali: quella urinaria ed escretoria, quella sessuale e quella riproduttiva, quella posturale, di statica pelvica e di respirazione, quella biomeccanica.

Da qui ne consegue che quando sorge un problema ci possono essere situazioni contraddistinte da incontinenza urinaria o, al contrario, di ritenzione dell’urina, ci può essere incontinenza fecale o di gas e ci possono essere problematiche che si generano a seguito del parto, con lesioni di muscoli e nervi da cui si possono generare disfunzioni anche a lungo termine, come ipotono dei tessuti e muscoli perineali, prolasso, dolore durante il rapporto sessuale, ipertono».

Approfondiamo la questione legata alla gravidanza. Quali sono i problemi che si possono generare durante la gravidanza e dopo il parto?

«Durante la gravidanza il pavimento pelvico subisce le pressioni e i cambiamenti ormonali in vista del parto, e viene stressato dall’aumento del peso e delle forze dell’utero, con il liquido amniotico e il feto. Durate il parto, poi, il perineo può subire delle pressioni inadeguate e conseguenti lacerazioni. I problemi che si possono generare sono la tensione muscolare, l’indebolimento muscolare o della cavità vaginale o la lacerazione dei muscoli».

Come si evidenziano questi problemi post parto?

«Dopo il parto il sintomo più frequente è quello dell’incontinenza da sforzo (IUS), che può provocare perdita involontaria di urina dopo sforzi, come un colpo di tosse, uno starnuto, un salto o anche semplicemente quando si alza la voce. Un altro sintomo è la cosiddetta dispareunia, cioè il dolore che si prova durante i rapporti sessuali. Sono situazioni che possono essere contenute e riabilitate con attività di rieducazione e riabilitazione del pavimento pelvico, ma prima di tutto ci deve essere la consapevolezza del proprio corpo e di cosa è normale e cosa no».

Come si riabilita il pavimento pelvico dopo il parto, quali procedure bisogna seguire?

«L’obiettivo è quello di trattare la problematica, la sua causa. Essendo frequente dopo il parto l’indebolimento del pavimento pelvico, l’obiettivo della riabilitazione sarà aumentare la sua forza e resistenza muscolare e lo si può raggiungere attraverso esercizi di fisiokinesiterapia, che la donna esegue prima in ambulatorio sotto sorveglianza ostetrica e successivamente a casa propria – anche durante la gravidanza – o, se necessario, con una riabilitazione eseguita utilizzando un apparecchio con cui si osserva forza e rilassamento muscolare (Biofeedback BFB) e può anche essere applicata una leggera stimolazione elettrica in grado di stimolare i muscoli (stimolazione elettrica funzionale FES). Ogni problematica si può essere rieducata e trattata fino a contenere i sintomi e disturbi».

Perché è importante la riabilitazione dopo il parto?

«La riabilitazione, dopo il parto, è importante perché aiuta a:

  1. aumentare la consapevolezza e la percezione di questa regione anatomica e della sua attività muscolare
  2. migliorare il rapporto con il proprio corpo
  3. rinforzare e mantenere tonica la muscolatura perineale;
  4. aumentare la capacità di rilassamento della muscolatura;
  5. prevenire e/o trattare l’incontinenza urinaria e/o fecale, anche a lungo termine;
  6. prevenire e/o ridurre il prolasso degli organi pelvici e i disturbi pelvi-perineali;
  7. riprendere con soddisfazione la vita sessuale dopo il parto, senza dispareunia».

Chi si occupa della riabilitazione del pavimento pelvico? È un’attività di competenza ostetrica?

«Sì, sia in autonomia, sia in collaborazione con il ginecologo. Importante è sapere che già nel corso della gravidanza si possono individuare eventuali disfunzioni del pavimento pelvico che richiedono una rieducazione e/o riabilitazione. Si pensa a iniziare un percorso di riabilitazione nel momento della visita di controllo di bilancio di salute materno che viene eseguita 40-60 giorni dopo il parto. In quell’occasione si procede con un’attenta valutazione del pavimento pelvico ed è a partire da quel momento che, in base alle eventuali problematiche riscontrate e/o disfunzioni perineali, si può decidere di intraprendere un percorso di riabilitazione».

La riabilitazione del pavimento pelvico ha tempi fissi o tutto dipende dalla singola situazione soggettiva?

«È soggettivo, dipende tutto da come risponde il muscolo e, se parliamo dell’esercizio della fisiokinesiterapia, da quanto si tiene allenata la donna. Per quanto riguarda l’uso del macchinario per BFB e FES, si comincia con 5 sedute in 5 settimane, una seduta a settimana, che sono il minimo per osservare la risposta del muscolo alla stimolazione attiva e passiva, e poi si valuta lo stato del pavimento pelvico prima di decidere come continuare il trattamento».

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