Sangue nelle urine: quando preoccuparsi?

La presenza di sangue nelle urine (ematuria) può essere visibile macroscopicamente, ossia ad occhio nudo (si parla allora di macroematuria), oppure solo con un esame delle urine (microematuria), attraverso l’individuazione di globuli rossi nel sedimento urinario. 

Sebbene il sangue nelle urine non sia sempre un sintomo significativo di una malattia, può essere un importante segnale di avvertimento per un possibile problema di salute. Per questo, l’urina sanguinante non dovrebbe mai essere ignorata. Quando preoccuparsi e quando rivolgersi ad uno specialista?

Ne abbiamo parlato con il dottor Gianluigi Caldera, urologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Domodossola a Milano, che ci ha aiutato a rispondere ad alcune delle vostre domande.

Cosa può causare sangue nelle urine?

L’origine di questo sanguinamento può avvenire da qualsiasi distretto delle vie urinarie ossia dalla vescica ma anche dai reni, oppure dai condotti che collegano i reni alla vescica (ureteri) così come dalla prostata, o dal condotto che consente alla vescica di svuotarsi (uretra).

Come si manifesta il sangue nelle urine?

L’entità del sanguinamento ed il colore delle urine possono variare in intensità e tonalità, presentandosi di colore rosso vivo (ematuria franca), bruno (con aspetto a lavatura di carne), marsalato, ed eventualmente anche con possibile emissione di coaguli. Può interessare solo la prima parte del getto urinario (macroematuria iniziale), oppure la sua parte finale (macroematuria terminale), ma spesso coinvolge l’intero getto urinario (macroematuria totale).

Quando si ha sangue nelle urine bisogna preoccuparsi?

Il sangue nelle urine rappresenta un evento che giustamente allarma fortemente l’individuo ma non necessariamente e sempre è manifestazione di importanti patologie delle vie urinarie, potendosi verificare per esempio anche a seguito dell’assunzione di farmaci (come alcuni lassativi, antibiotici, anticoagulanti, o antiaggreganti fluidificanti il sangue), oppure dopo aver ingerito alimenti come le barbabietole o il rabarbaro; in altri casi può manifestarsi dopo intenso e ripetuto sforzo fisico o talora in chi soffre di favismo.

Ma anche tra le varie situazioni patologiche responsabili di ematuria, alcune rappresentano condizioni piuttosto comuni e poco pericolose come le infezioni delle vie urinarie (pensiamo alle cistiti emorragiche non infrequenti nel sesso femminile) oppure all’ipertrofia prostatica benigna che in caso di stato irritativo infiammatorioh può portare ad urinare sangue, oppure in alcuni casi di calcolosi urinaria.

D’altra parte, invece è noto come l’ematuria possa rappresentare una manifestazione sintomatologica e a volte la prima e la sola manifestazione di importanti patologie come il tumore maligno della prostata oppure del rene così come della vescica. Una condizione a sé (che colpisce raramente il sesso femminile) è la comparsa di ematuria in caso di endometriosi, cioè di anomala localizzazione di piccole aree di tessuto uterino nelle vie urinarie che si comportano un po’ alla stessa stregua dell’utero e dei suoi andamenti ciclici.

Come è possibile diagnosticare possibili patologie?

Le modalità temporali del manifestarsi dell’ematuria possono rappresentare una utile indicazione per poter orientare il sospetto diagnostico, potendosi esprimere anche come singolo episodio isolato, oppure avere un andamento continuo, con ricorrenza discontinua ed irregolare.

Non infrequentemente si associa ad altri sintomi come il bruciore ad urinare, l’aumento della frequenza di minzione, o difficoltà ad urinare con getto stentato o un dolore che può partire dal fianco e propagarsi verso la regione inguinale come nel caso della colica renale.

Quando è necessario rivolgersi ad uno specialista?

L’ematuria rappresenta dunque una condizione che non va sottovalutata tanto più se si ripete a brevi intervalli di tempo, ed è bene in ogni caso rivolgersi al proprio medico curante con il quale pianificare quegli accertamenti e controlli specialistici che il singolo caso richiede.

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