Il melanoma cutaneo è il tumore della pelle più aggressivo; è un tumore maligno che origina dai melanociti, le cellule dell’epidermide responsabili della produzione di melanina, ovvero il pigmento che protegge la pelle dai raggi solari e che permette l’abbronzatura.
I melanociti possono formare aggregati visibili sulla pelle (i nei o nevi), ma in alcuni casi subiscono una trasformazione che porta allo sviluppo del melanoma. Questo tumore può svilupparsi su cute sana o a partire da nei preesistenti.
Quali sono i sintomi e come fare prevenzione? Ne parliamo con la dottoressa Marina Fantato, dermatologa presso Humanitas Medical Care Arese.
Melanoma, i fattori di rischio
Le persone maggiormente a rischio sono quelle che hanno una storia di esposizione eccessiva e ripetuta ai raggi ultravioletti, soprattutto durante l’infanzia. Il rischio è più elevato nelle persone con carnagione chiara, capelli biondi o rossi, occhi chiari, numerosi nei o lentiggini, o in chi ha riportato gravi scottature solari, in particolare in età pediatrica.
Altri fattori di rischio sono:
- un sistema immunitario indebolito;
- la presenza di malattie genetiche rare come lo xeroderma pigmentoso;
- una storia familiare di melanoma;
- una passata diagnosi di melanoma o altri tumori cutanei.
Anche l’essersi sottoposti, per anni e ripetutamente, ai lettini e docce solari potrebbe essere un fattore di rischio.
I sintomi del melanoma
Il principale campanello d’allarme è la comparsa di un nuovo neo o il cambiamento nell’aspetto di un neo esistente. Esiste una formula, molto facile da memorizzare, che può aiutare nel riconoscere un cambiamento del neo e segue le lettere A, B, C, D, E.
La lettera A sta per “asimmetria”, la B per “bordi”; la lettera C sta per “colore”, mentre la lettera D sta per “dimensione”. Infine, la lettera E sta per “evoluzione”.
In sostanza, un neo non va sottovalutato quando:
- è asimmetrico
- ha i bordi frastagliati, non ben definiti
- è di colore disomogeneo
- cambia di dimensioni molto velocemente
- evolve, cambia in generale nel tempo.
Ci sono poi altri sintomi da tenere d’occhio, come un neo che sanguina, che prude o che è circondato da un’area arrossata.
Come fare prevenzione?
L’esposizione alla radiazione ultravioletta (UV) è, a oggi, l’unico fattore di rischio modificabile per i tumori cutanei, incluso il melanoma.
La prevenzione inizia con una corretta esposizione al sole fin da piccoli, evitando di lasciare i bambini sotto il sole per lunghe ore (soprattutto tra le 10 del mattino e le 16), così da prevenire le ustioni.
Se si sta al sole, non devono mancare cappellini, occhiali da sole e indumenti che aiutano a proteggere la pelle dai raggi UV. Lettini abbronzanti e lampade sarebbero da evitare.
Le creme solari sono fondamentali, così come avere una panoramica costante dello stato della propria pelle, guardandosi allo specchio ed effettuando periodiche visite dermatologiche, in base alla propria situazione.
Creme solari: come sceglierle
L’Unione Europea definisce come prodotti solari tutte quelle preparazioni destinate a essere applicate sulla pelle umana per proteggerla dai raggi ultravioletti. Questo obiettivo viene raggiunto attraverso l’assorbimento, la dispersione o la rifrazione della radiazione solare, grazie alla presenza di specifici filtri UV. I prodotti solari possono essere in formato spray, gel o in oli o in creme.
I filtri solari si dividono in due categorie principali. I filtri chimici sono molecole organiche che assorbono l’energia dei raggi UV, trasformandola in una forma di energia innocua come il calore. I filtri fisici, invece, sono sostanze inorganiche a base di minerali – come l’ossido di zinco o il biossido di titanio – che agiscono come specchi, riflettendo e diffondendo la luce solare.
Il fattore di protezione solare (SPF, Sun Protection Factor) indica quanto una crema solare è in grado di filtrare i raggi UVB, responsabili delle scottature. Non misura invece la protezione dai raggi UVA, che penetrano più in profondità e contribuiscono sia all’invecchiamento cutaneo che allo sviluppo di tumori.
L’SPF è un indice numerico che segnala per quanto tempo in più ci si può esporre al sole senza scottarsi. Per esempio, un SPF 10 consente di moltiplicare per 10 il tempo di esposizione prima di sviluppare un eritema. In pratica, però, l’efficacia dipende da molti fattori, tra cui la quantità di prodotto applicato, il tipo di pelle, il sudore, il contatto con l’acqua e il modo in cui ci si espone.
La scelta della crema solare deve tenere conto di più elementi:
- il fototipo, cioè la reattività della pelle al sole;
- l’età (i bambini richiedono protezioni molto alte);
- la durata e l’orario dell’esposizione;
- le condizioni ambientali, come altitudine, latitudine, presenza di superfici riflettenti (neve, acqua, sabbia).
In generale, più la pelle è chiara, più alta dovrà essere la protezione. Nei primi giorni di esposizione, bisognerebbe usare SPF alti (30 o superiore) per tutte le categorie.
Come applicare correttamente la crema solare?
Le applicazioni devono essere generose, uniformi e interessare tutte le aree esposte, comprese quelle spesso dimenticate come orecchie, dorso delle mani, collo e piedi.
La crema deve essere applicata almeno 20-30 minuti prima dell’esposizione e va riapplicata ogni due ore, o più frequentemente in caso di sudorazione, bagni o attività fisica. Spesso le persone tendono a metterne meno, e meno spesso, andando quindi a inficiare sull’efficacia della protezione.
Importante, infine, è ricordare che la crema solare non è un lasciapassare che permette di restare sotto il sole a qualsiasi orario, per qualsiasi tempo: i rischi di un’eccessiva esposizione sono quasi gli stessi, con o senza filtri.