Sindrome dell’occhio secco: come riconoscerla e come curarla – Consulti gratuiti

Humanitas Medical Care Arese celebra la Giornata Mondiale della Vista offrendo un consulto gratuito oculistico per valutare il grado di secchezza oculare (prenota il tuo consulto gratuito).

Cosa si intende per secchezza oculare? Ne abbiamo parlato con il dottor Claudio Lucchini, oculista di Humanitas Medical Care Arese.

Bruciore, fastidio, annebbiamento della vista e rossore agli occhi ma i colliri non bastano? Non riesci più a sopportare le lenti a contatto? Potrebbe essere colpa della sindrome dell’occhio secco (sindrome da disfunzione lacrimale), patologia che minaccia la lubrificazione dell’occhio di cui soffrono, secondo gli ultimi dati, circa il 25% di italiani, in particolare le donne over 45 e il 90% delle donne che hanno raggiunto la menopausa.

Occhio secco e primi sintomi da non sottovalutare

I sintomi più diffusi sono ovviamente una sensazione di secchezza oculare ma anche di avere un corpo estraneo all’interno dell’occhio, formicolio, prurito o bruciore, affaticamento, arrossamento e in alcuni casi anche una eccessiva lacrimazione.

“La Sindrome da Disfunzione Lacrimale, nota ai più come occhio secco, è una patologia che impiega anni a manifestarsi e che può peggiorare se non curata – avvisa il medico -: si manifesta in due principali forme, quella derivante da eccessiva evaporazione lacrimale (dislacrimia) e quella causata da ridotta produzione lacrimale (ipolacrimia)”.

Poiché si tratta di una patologia cronica, se sottovaluta, potrebbe portare ad altre patologie tra cui una diminuzione della vista, aumento dell’evaporazione lacrimale e nei casi più gravi anche lesioni della superficie oculare. Ecco perché è importante rivolgersi ad uno specialista se si avvertono i sintomi descritti.

La diagnosi

Una anamnesi e “la raccolta della storia del disagio oculare,  la valutazione clinica durante la vista, alcuni rapidi esami come il test di Schirmer, il test del Break Up Time (B.U.T.), la colorazione con verde di lissamina e il test dell’osmolarità larcimale – ha detto il medico – permettono allo specialista di fare una diagnosi di  malattia dell’occhio secco”.

Le cure

Una volta raggiunta la diagnosi certa, il medico oculista potrà prescrivere una terapia adatta al paziente in base alla valutazione dei dati clinici e strumentali. “E’ molto importante evitare le auto-medicazioni decise dal paziente senza consultare il medico – avvisa il dottor Lucchini -: spesso i pazienti si limitano ad acquistare colliri lubrificanti, senza sapere però che non sono tutti uguali”.

In ogni caso, “la terapia in una prima fase sarà domiciliare con colliri, salviette o schiume per la pulizia delle palpebre, integratori da assumere per bocca e una seconda fase della cura da eseguire in ambulatorio con cicli di trattamenti di Luce Pulsata (IPL)” 

I fattori di rischio della sindrome dell’occhio secco

Alla base della sindrome dell’occhio secco evaporativo vi è una disfunzione delle Ghiandole di Meibomio, a cui spetta la produzione della parte lipidica del film lacrimale. Tra i fattori di rischio, oltre all’età e all’invecchiamento, ci sono alcune patologie come il diabete, i colliri utilizzati nella terapia del glaucoma e l’insorgere della menopausa

“Le diminuzione di estrogeni e degli equilibri ormonali nelle donne durante la menopausa possono causare una progressiva atrofia delle ghiandole di Meibomio”, ha spiegato il medico. Inoltre la diminuzione dei livelli di estrogeni può favorire le “condizioni in base alle quali i batteri come lo stafilococco proliferano nelle ghiandole di Meibomio. Questo si traduce in una diminuzione del livello di secrezione oleosa”.

Tra i fattori di rischio anche l’utilizzo di lenti a contatto o dei cosmetici, l’uso prolungato di computer, smartphone o tablet, ambienti con aria secca e una scarsa idratazione.

La malattia dell’occhio secco, inoltre, è spesso associata alla blefarite, un’infiammazione cronica del bordo palpebrale, dove la presenza di batteri e parassiti come il Demodex inducono una sofferenza delle Ghiandole di Meibomio e favoriscono la formazione di calazi.

 

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Humanitas Medical Care Arese sabato 17 ottobre dalle ore 09.30 alle 11.30 – TUTTO ESAURITO

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