Molecolare, antigenico e sierologico sono i tre test al momento disponibili per individuare la presenza di un’infezione da Covid-19, presente o passata, nell’organismo.
I test sono diversi per affidabilità, finalità e modalità di applicazione. Abbiamo cercato di fare chiarezza assieme alla dottoressa Maria Teresa Sandri, Responsabile del Laboratorio analisi cliniche di Humanitas.
Il test molecolare
Il test molecolare è il più affidabile in quanto rileva se, in quell’esatto momento, è in corso nell’organismo un’infezione da Covid-19.
L’esame consiste in un prelievo di muco presente sulla mucosa del rinofaringe e dell’orofaringe attraverso il cosiddetto tampone naso/oro-faringeo.
Per il prelievo l’operatore utilizza un bastoncino con estremità in cotone con il quale “tampona” la mucosa del naso e del cavo orale al fine di prelevarne un campione; tale pratica può risultare fastidiosa ma non dolorosa.
Il campione prelevato viene esaminato in laboratorio dove si procede all’estrazione, alla purificazione e alla ricerca dell’RNA virale (il genoma del virus SARS-CoV-2) attraverso la metodica molecolare di real-time RT-PCR (Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction).
A seguito dell’analisi è possibile stabilire se un soggetto è positivo (ha un’infezione da Covid-19 in atto) o negativo (non ce l’ha).
Il test (rapido) antigenico
Il test rapido antigenico, più comunemente noto come test rapido, serve a rilevare velocemente la positività al virus: 15-30 minuti contro le 24-48 ore del molecolare.
La modalità di prelievo è la medesima, ossia attraverso un tampone naso-faringeo, ma l’affidabilità è decisamente inferiore in quanto il test è in grado di rilevare soltanto le proteine superficiali del virus (antigeni) e non il genoma virale (come accade invece con il test molecolare).
In caso di positività al test rapido è bene effettuare anche quello molecolare per confermare o escludere l’infezione da Coronavirus.
Il test rapido è stato introdotto per lo screening dei passeggeri negli aeroporti e nei porti e il Ministero della Salute, con una circolare del 29 settembre 2020, ne evidenzia l’utilità anche nel contesto scolastico, perché “potrebbe accelerare la diagnosi di casi sospetti di COVID-19” e dunque semplificare l’identificazione dei casi, l’isolamento e il tracciamento dei contatti.
Il test sierologico
Il test sierologico avviene attraverso un semplice prelievo del sangue e può essere di due tipi: qualitativo (rapido) o quantitativo.
Il test sierologico qualitativo rapido – è sufficiente una goccia di sangue – permette di scoprire se il soggetto è entrato in contatto con il virus e il suo sistema immunitario ha quindi prodotto anticorpi di risposta.
Il test sierologico quantitativo invece rileva l’esatta quantità di anticorpi prodotti dall’organismo.
Gli anticorpi coinvolti sono le immunoglobuline IgM e IgG: le IgM sono le prime a essere prodotte in caso di infezione mentre le IgG vi succedono quando il livello delle prime scende.
La presenza delle prime o delle seconde indica, dunque, se l’infezione è avvenuta di recente (IgM) o in passato (IgG).
A oggi non è ancora chiaro se un soggetto con anticorpi IgG sia immune al virus.
Dato che il sierologico rileva una positività tardiva, non è adatto a sostituire il test molecolare che, al momento, è l’unico in grado di rilevare un’infezione in corso.
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