Toxoplasmosi, come prevenirla in gravidanza

La toxoplasmosi è un’infezione causata dal micorganismo Toxoplasma gondii, che spesso si contrae senza rendersene conto, poiché non ci sono sintomi specifici o allarmanti (possono manifestarsi stanchezza, mal di testa, mal di gola o malessere diffuso), e una volta presa, conferisce immunità per tutta la vita.

La situazione cambia se viene contratta in gravidanza, poiché l’infezione può essere trasmessa dalla mamma al bambino tramite la placenta, diventando un pericolo per il nascituro, soprattutto nei primi mesi di vita (dove il rischio di trasmissione è comunque minore). Aborto spontaneo, danni al sistema nervoso, malformazioni, lesioni a vista e udito, sono solo alcune delle conseguenze possibili.

Ne abbiamo parlato con il dottor Alessandro Bufloni, ginecologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Murat a Milano.

Toxo-test in gravidanza

L’esame per verificare la presenza della toxoplasmosi è uno dei primi test eseguiti durante la gravidanza e viene ripetuto per tutta la durata della gestazione. Con un prelievo del sangue è infatti possibile individuare la presenza degli anticorpi contro il toxoplasma (immunoglobuline IgM e IgG). Se i risultati sono positivi, la paziente è già entrata in contatto con il toxoplasma ed è quindi immune, al contrario, se i risultati sono negativi, la futura mamma dovrà prendere alcune precauzioni durante i nove mesi. Abitudini alimentari ma non solo, perché il parassita della toxoplasmosi può essere presente nella carne di animali infetti (bovini, ovini, suini), nelle feci di gatto e nel terreno in cui abbia defecato un animale infetto.

Ecco le regole da seguire:

–   Non mangiare carne cruda, né al sangue. Mangiare carne ben cotta anche all’interno, in modo da uccidere l’eventuale microrganismo.

–   Mangiare solo salumi cotti, come prosciutto cotto e mortadella. Da evitare salame, prosciutto crudo, speck, bresaola o wurstel, a meno che non siano inseriti in piatti ben cotti.

–   Lavare con cura la verdura fresca, rimuovendo residui di terra e risciacquando abbondantemente. Per ulteriore sicurezza, se si vuole, si può usare del bicarbonato o prodotti specifici.

–   Lavare con cura la frutta, soprattutto quella che cresce a contatto con la terra.

–   Si può mangiare pesce crudo, come il sushi. Non veicola la toxoplasmosi, ma può essere rischioso per altri tipi di infezioni, pertanto è importante consumarlo solo se precedentemente abbattuto a norma di legge (Regolamento 853/2004 CE), ovvero congelato per almeno 24 ore a meno di 20 gradi al suo interno.

–   Indossare i guanti per i lavori di giardinaggio e lavare bene le mani una volta concluso.

–   Evitare di toccare le feci di gatto e di pulire la lettiera. I gatti possono contrarre la toxoplasmosi e trasmetterla all’uomo: se il gatto è domestico, vive sempre in casa e non è stato adottato dopo un periodo di randagismo, è molto difficile sia un veicolo per il parassita, e in ogni caso il rischio è associato alle feci dell’animale: pertanto è bene evitare di entrarvi in contatto. Laddove non sia possibile far pulire la lettiera a qualcun altro, è consigliabile indossare guanti monouso, da buttare una volta finita la pulizia, e lavare bene le mani con acqua e sapone.

Come comportarsi in caso di infezione

Se la futura mamma dovesse contrarre l’infezione nel corso della gravidanza, verrà sottoposta immediatamente a terapia antibiotica, per ridurre la trasmissione dell’infezione al feto o, se questa è già avvenuta, per cercare di limitarne i rischi. 

Si tratta di una strategia terapeutica molto efficace: la stragrande maggioranza dei bambini nati a seguito di toxoplasmosi in gravidanza, sono sani.

Ginecologia e Ostetricia
Dr. Alessandro Bulfoni
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