Tumore del colon-retto: attenzione allo stile di vita

Alimentazione, attività fisica e peso corporeo avrebbero una maggiore incidenza, rispetto alla predisposizione genetica, sul rischio di sviluppare un tumore al colon-retto: è quanto emerso da uno studio svolto da un gruppo di ricercatori spagnoli che ha messo a punto un modello matematico sul rischio di questa neoplasia che combina informazioni genetiche e stili di vita.

Da ciò l’importanza delle sane abitudini e delle campagne di prevenzione.

Ce ne parla il professor Antonino Spinelli, responsabile di Chirurgia del Colon e del Retto in Humanitas e docente in Humanitas University.

Quanto incide lo stile di vita sul rischio di sviluppare il tumore del colon?

La ricerca scientifica è arrivata alla conclusione che lo stile di vita influenza più della genetica la probabilità di sviluppare il tumore del colon-retto e che se un fattore associato al modo di vivere cambia in senso positivo ciò può compensare la presenza di quattro variazioni genetiche legate alla predisposizione al rischio oncologico. “Ci sono sempre maggiori evidenze scientifiche che obesità, fumo, sedentarietà e abitudini dietetiche scorrette aumentino il rischio di sviluppare un tumore del colon”, spiega lo specialista.

Su quali elementi si devono basare le modalità di screening per la prevenzione del tumore del colon?

Attualmente le campagne di prevenzione si rivolgono principalmente a soggetti di età superiore ai cinquant’anni, ma poiché dalle ricerche è emerso che risulta di fondamentale importanza modificare le abitudini di vita errate, si dovrebbero affinare i programmi di screening e definire meglio il profilo di rischio della popolazione. “Nonostante gli screening abbiano dimostrato una buona efficacia nella prevenzione dei tumori, sarebbe necessario adattare il tipo di indagini diagnostiche al profilo di rischio di ciascuna persona, che include non solo l’età ma anche i rischi ambientali e le abitudini di vita”, afferma lo specialista.

È stato dimostrato, infatti, che la familiarità neoplastica si basa non solo sulla condivisione del patrimonio genetico ma anche su quella di scorrette abitudini di vita, che influenzano e potenziano l’espressione dei geni nel senso di una proliferazione cellulare incontrollata.

Scegliere uno stile di vita salutare è utile anche per prevenire le recidive?

È stato evidenziato come dieta e stili di vita siano importanti non solo nella prevenzione primaria dello sviluppo del tumore, ma anche nella prevenzione delle recidive. Fumo, consumo alcolico, obesità (in particolare quella addominale), scarsa attività fisica, dieta ricca di carne e povera di fibre giocano un ruolo molto importante anche nel determinare il tasso di sopravvivenza dopo chirurgia curativa, più della predisposizione genetica allo sviluppo della malattia.

“L’adozione di uno stile di vita sano, quindi, può ridurre in maniera rilevante sia l’incidenza delle neoplasie sia il tasso di recidiva dopo terapie mediche e chirurgiche efficaci”, conclude il dottor Spinelli.

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