Recentemente, alcuni ricercatori di Humanitas si sono occupati di un nuovo studio (sulla possibilità che l’invecchiamento (e il danneggiamento) cellulare possa rappresentare un possibile nuovo marcatore di prognosi di un tumore e di identificazione dei pazienti più idonei a essere sottoposti a un intervento chirurgico curativo.
Per saperne di più, ci siamo rivolti al team guidato dal professor Guido Torzilli, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Epatobiliare e Generale in Humanitas, e, in particolare, al dottor Matteo Donadon, chirurgo generale, impegnato come ricercatore nel progetto.
Quale relazione esisterebbe tra senescenza cellulare e tumore?
In caso di tumore, l’invecchiamento cellulare giocherebbe un ruolo “protettivo”, in quanto eviterebbe che le cellule danneggiate possano migrare nell’organismo. Ecco perché la senescenza delle cellule potrebbe diventare un possibile biomarcatore per tracciare l’evoluzione di un tumore.
Di quale tipo di neoplasia si sta occupando la ricerca?
Oggetto di ricerca è l’analisi di cellule “invecchiate” in un gruppo di circa sessanta pazienti colpiti da tumore del colon-retto che ha sviluppato metastasi nel fegato. “Abbiamo messo a punto un indice di senescenza correlato alla prognosi di questa neoplasia, i cui primi risultati sono incoraggianti – spiega il dottor Donadon – anche se, per avere ulteriori conferme, sarà necessario ampliare il campione dei pazienti”.
Esiste un legame tra invecchiamento cellulare e chemioterapia?
L’aspetto relativo al rapporto tra invecchiamento cellulare e chemioterapia è uno dei nodi da sciogliere. “Questa forma di trattamento oncologico, infatti, sembra avere tra i suoi effetti tossici anche la senescenza cellulare, e circa la metà dei pazienti coinvolti nella ricerca è stata sottoposta a chemioterapia preoperatoria”, conclude il dottor Donadon.
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