Cos’è la risonanza magnetica al cuore?
La risonanza magnetica è una tecnica diagnostica non invasiva basata sull’applicazione di un campo magnetico di elevata intensità al distretto corporeo da analizzare, permettendo – in questo caso – di ottenere immagini tridimensionali del cuore e della sua struttura. L’esame consente di analizzare i tessuti del cuore, nonché monitorare la sua funzionalità e movimento, valutando in tempo reale la contrazione del miocardio, la portata cardiaca e l’integrità delle strutture circostanti.
A cosa serve la risonanza magnetica al cuore?
La risonanza magnetica cardiaca può identificare numerose patologie a carico del cuore e delle valvole, tra cui:
- Malattia coronarica (cardiopatia ischemica): per esempio l’infarto del miocardio, sia nella fase acuta (infarto in corso) sia a distanza di tempo (esiti di infarti passati). La risonanza consente di distinguere le zone di muscolo cardiaco ancora vitali da quelle danneggiate in modo permanente.
- Cardiomiopatie: malattie del muscolo cardiaco di varia natura (per esempio forme dilatative, ipertrofiche o restrittive) che alterano la struttura e la funzione del cuore.
- Miocarditi: infiammazioni acute o croniche del miocardio (muscolo cardiaco).
- Valvulopatie: malattie delle valvole cardiache, che possono causare restringimenti (stenosi) o perdite (insufficienze) nel flusso sanguigno attraverso le valvole.
- Malattie del pericardio: patologie del rivestimento che circonda il cuore (pericardio), come la pericardite (infiammazione) o il versamento pericardico (accumulo di liquido).
- Masse intracardiache: presenza di formazioni anomale all’interno del cuore, come tumori cardiaci benigni (ad esempio il mixoma) o coaguli di sangue (trombi).
- Cardiopatie congenite: malformazioni del cuore o dei grandi vasi presenti fin dalla nascita (come difetti del setto cardiaco o anomalie dei grossi vasi).
Sono previste norme di preparazione per la risonanza magnetica al cuore?
L’esame non richiede una preparazione particolare, ma è necessario presentarsi a digiuno da almeno 4 ore. Nella maggior parte dei casi è possibile continuare ad assumere farmaci, salvo diversa indicazione. È importante portare un esame recente della funzione renale (creatinina).
In ogni caso è fondamentale portare con sé tutti i referti cardiologici passati.
Quali pazienti non possono sottoporsi alla risonanza magnetica al cuore?
I pazienti a cui si sconsiglia la risonanza magnetica sono i portatori di pacemaker o di altri dispositivi ad attivazione magnetica come defibrillatori, neurostimolatori, pompe per farmaci o impianti cocleari. Lo stesso vale anche per i portatori di protesi, qualora queste ultime siano incompatibili con i campi magnetici, e le donne nel primo trimestre di gravidanza. In caso di dubbio informare preventivamente il personale, che si occuperà di svolgere i relativi accertamenti.
Come funziona la risonanza magnetica al cuore?
Il paziente viene fatto coricare su un lettino, in posizione supina, e vengono applicati sul torace degli elettrodi per monitorare il battito del cuore e sincronizzare le immagini. Viene posizionata anche una fascia toracica per monitorare il respiro.
Per acquisire delle buone immagini viene chiesto al paziente di rimanere in apnea, trattenendo il fiato per 10 secondi. A metà esame viene iniettato un mezzo di contrasto paramagnetico tramite accesso venoso, per evidenziare tessuti cicatriziali, infiammazioni e studiare i vasi sanguigni.
Quanto dura la risonanza magnetica al cuore?
La durata dell’esame dipende da caso in caso, ma in generale dura circa 40 minuti.
La risonanza magnetica al cuore è dolorosa?
L’esame non è doloroso né pericoloso; l’unico fastidio può essere causato dal rumore del macchinario in funzione. Può però essere problematico per chi soffre di claustrofobia, a causa della struttura del macchinario stesso.
La risonanza magnetica è una tecnica diagnostica che permette di ottenere immagini tridimensionali del cuore e della sua struttura.
Ultimo aggiornamento: Settembre 2025
Data online: Maggio 2022