Risonanza magnetica muscolo scheletrica


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Che cos’è la risonanza magnetica muscolo scheletrica?

È un esame diagnostico non invasivo che viene eseguito utilizzando un campo magnetico di elevata intensità e onde di radiofrequenza, che consentono di ottenere immagini tridimensionali delle strutture anatomiche analizzate, senza l’utilizzo di radiazioni ionizzanti.

A che cosa serve la risonanza magnetica muscolo-scheletrica?

La risonanza magnetica muscolo-scheletrica permette di studiare le strutture articolari e vascolo-nervose e i tessuti molli di spalla, ginocchio, polso, caviglia, mano, piede, bacino e colonna cervico-dorso-lombo-sacrale, evidenziando la presenza di eventuali situazioni patologiche.

Come viene eseguita la risonanza magnetica muscolo-scheletrica?

Il paziente viene aiutato dal tecnico a mettersi sul lettino dove verrà eseguito l’esame (generalmente in posizione supina), mentre una superficie ad anello (bobina) viene posta sulla parte del corpo da esaminare.

Nel caso in cui venga utilizzato un mezzo di contrasto per migliorare la capacità diagnostica dell’esame verrà inserito un accesso venoso al paziente per permettere allo specialista di iniettare il farmaco.

Successivamente, il lettino viene fatto scivolare all’interno del magnete (aperto alle due estremità), e viene chiesto al paziente di rimanere fermo in modo da non alterare l’immagine dal suo movimento.

Quanto dura la risonanza magnetica muscolo-scheletrica?

La risonanza durare dai 20 ai 30 minuti, in base al grado di collaborazione del paziente. In caso di utilizzo del mezzo di contrasto l’esame potrebbe richiedere circa 10 minuti aggiuntivi.

Esistono norme di preparazione per la risonanza magnetica muscolo-scheletrica?

È richiesto al paziente di osservare un digiuno a partire dalla mezzanotte del giorno prima dell’esame.

Chi può sottoporsi alla risonanza magnetica muscolo-scheletrica?

Tutti i pazienti, tranne i portatori di pacemaker, di dispositivi ad attivazione magnetica (per es. neurostimolatori) e di protesi, incompatibili con la presenza di campi magnetici. La risonanza magnetica viene sconsigliata anche alle donne nei primi due mesi di gravidanza.