Test di provocazione bronchiale


Rimborso garantito se la prestazione è annullata

Cambia data e ora della prestazione in base ai tuoi bisogni

Scegli tu come preferisci pagare

Che cos’è il test di provocazione bronchiale?

È un esame che consente di valutare la presenza di una condizione definita iperreattività bronchiale aspecifica (IBA), una malattia infiammatoria delle vie respiratorie.

Che cos’è la iperreattività bronchiale?

Normalmente le vie bronchiali, se sottoposte a inalazione di sostanze nocive o irritanti, reagiscono come autodifesa, con lo stimolo della tosse, per preservare le vie aeree inferiori da sostanze che potrebbero danneggiarle.

Nell’IBA si assiste ad un aumento della sensibilità dei bronchi (iperreattività bronchiale aspecifica) che genera un’ostruzione acuta delle vie aeree, cioè il broncospasmo, che è una delle principali caratteristiche dei pazienti affetti da asma.

A che cosa serve il test di provocazione bronchiale?

È utile a confermare o ad escludere la diagnosi di asma bronchiale. La malattia asmatica, infatti, può essere caratterizzata – specie nelle fasi più precoci – da una sintomatologia episodica o dalla presenza di tosse stizzosa come unico sintomo.

Come si svolge il test di provocazione bronchiale?

Ci sono vari test di provocazione bronchiale. Quello più utilizzato prevede l’utilizzo di metacolina per via inalatoria, una sostanza farmacologica che stimola la muscolatura bronchiale e induce ad una crisi asmatica transitoria e rapidamente reversibile.

L’esame comincia con l’esecuzione di una spirometria semplice che ha lo scopo di registrare le “misure respiratorie” di base del paziente. Successivamente, si procede con l’inalazione per aerosol di dosi crescenti di metacolina (fino a un massimo standard prestabilito) con relative spirometrie di controllo che vengono eseguite dopo ogni dose inalata. Se si verifica una riduzione del 20% del FEV1 (principale indice di ostruzione bronchiale) rispetto a quello di partenza, il test viene considerato positivo e interrotto.

A questo punto viene somministrato un farmaco broncodilatatore (in genere salbutamolo) e dopo 15 minuti circa, viene eseguita una spirometria di controllo, che dovrebbe dimostrare l’avvenuto ripristino dei volumi polmonari di partenza. 

Il dosaggio cumulativo di metacolina cui si è registrata tale riduzione del flusso espiratorio è preso a misura del grado di reattività bronchiale.

Quanto dura il test di provocazione bronchiale?

Il test ha una durata che può variare tra 15 minuti e 1 ora.

Esistono norme di preparazione al test di provocazione bronchiale?

Il paziente, al momento dell’esecuzione del test, deve sospendere eventuali cure antiasma ed essere in buona salute. È inoltre opportuno, nelle 12 ore precedenti e successive all’esame, non effettuare sforzi fisici importanti ed eviti – prima del test – l’assunzione di dosi elevate di caffè, , coca-cola, cioccolato e fumo di sigaretta (almeno nelle 2 ore precedenti).

La presenza di infezioni alle vie aeree controindica lo svolgimento del test, per questo andrebbe eseguito solo dopo almeno tre settimane dalla guarigione, per evitare possibili falsi positivi.

Ci sono controindicazioni al test di provocazione bronchiale?

È controindicato in caso di:

  • infarto miocardico 
  • vasculopatie cerebrali recenti
  • aneurismi arteriosi noti
  • ipertensione arteriosa grave non controllata
  • gravidanza
  • miastenia
  • epilessia 
  • incapacità a corretta esecuzione delle manovre spirometriche richieste

È un test considerato sicuro che in genere non ha effetti collaterali importanti. Raramente può presentarsi un broncospasmo severo e prolungato scarsamente reversibile con il broncodilatatore. Prevede tuttavia la firma del consenso informato.