Tomografia ad emissione di positroni (PET)


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Che cos’è la PET?

La PET (tomografia a emissione di positroni) è un metodo di diagnostica per immagini che consente di identificare precocemente i tumori e valutarne le dimensioni e la posizione. Il test si basa sulla somministrazione di radiofarmaci, caratterizzati dall’emissione di particelle chiamate positroni, che permettono di indagare le caratteristiche funzionali degli organi e dei sistemi in cui si trovano.

Dopo la sua somministrazione, per via endovenosa, il radiofarmaco si distribuisce nel corpo del paziente, “illuminando” le cellule a cui si lega, ed evidenziando così la presenza di eventuali patologie.

A cosa serve la PET?

La PET può essere utilizzata in Oncologia, sia in fase diagnostica per individuare il tessuto malato e valutare lo stadio del tumore, sia durante il controllo post chirurgico e la radioterapia, per valutare l’andamento di un trattamento; in Neurologia, dove è utilizzata per differenziare l’Alzheimer da demenze di altro tipo; in Cardiologia, per analizzare il flusso del cuore e la vitalità dei suoi tessuti; in Ortopedia, per valutare lo stato di segmenti scheletrici e protesi infette.

La PET è dolorosa o pericolosa?

No, la PET non è dolorosa. L’unico fastidio potrebbe essere causato dalla puntura dell’ago attraverso la quale viene somministrato il radiofarmaco. Non è pericoloso, in quanto la quantità di radioattività iniettata è bassa e la dose al paziente è paragonabile a quella di altri test che utilizzano radiazioni, come la TAC.

Inoltre, le sostanze utilizzate sono atossiche e generalmente non provocano effetti collaterali. le manifestazioni allergiche sono estremamente rare. 

Chi può effettuare la PET?

Chiunque può eseguire questi test su raccomandazione del medico curante. La richiesta dell’esame dovrebbe quindi essere valutata dal medico di medicina nucleare.

Le donne in gravidanza o con un ritardo del ciclo mestruale devono segnalarlo prima dell’iniezione (se la gravidanza si verifica anche subito dopo l’esame, non rappresenta un problema per il feto). Potrebbe essere richiesto di sospendere l’allattamento per un certo periodo di tempo. 

Come funziona l’esame?

  1. Il radiofarmaco viene somministrato mediante iniezione in una vena, solitamente nell’avambraccio. 
  2. Il tempo di attesa tra la somministrazione del tracciante e l’esame varia a seconda dei diversi meccanismi di erogazione e può variare da 10 minuti a un’ora, nella maggior parte dei casi. Questo tempo deve essere trascorso in stanze dedicate all’interno del dipartimento di Medicina Nucleare. 
  3. L’esame viene eseguito con il paziente disteso sul letto del dispositivo PET/TC, un macchinario che registra le radiazioni che escono dal paziente dopo la somministrazione e l’accumulo del radiofarmaco. 

Esistono norme di preparazione per la PET?

Nella maggior parte dei casi è necessario osservare il digiuno prima di sottoporsi all’esame (la modalità di preparazione viene comunicata al momento della prenotazione dell’esame), ma non è necessario sospendere alcuna terapia farmacologica in corso.

Durante l’esame, verrà richiesto al paziente di rimuovere tutti gli oggetti metallici (collane, spille, gioielli) che possono compromettere la produzione di immagini. Non è necessario spogliarsi, ma è consigliabile indossare un abbigliamento comodo.

Al termine dell’esame, il paziente può riprendere le normali attività e abitudini. A volte può essere utile bere più acqua del normale per eliminare rapidamente il radiofarmaco. In alcuni casi, a seconda del radiofarmaco utilizzato, è consigliabile evitare la vicinanza di bambini piccoli e donne in gravidanza per alcune ore. Sarà cura del personale di reparto fornire le informazioni necessarie.

Quanto dura la PET?

L’esame dura circa 30 minuti, con piccole variazioni possibili in base al tessuto da indagare.