Villocentesi


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Cos’è la villocentesi?

Si tratta di un esame diagnostico prenatale invasivo che può essere prescritto per ottenere le informazioni cromosomiche del feto, in particolare per evincere eventuali anomalie del cariotipo.

Cosa sono i villi coriali?

Sono delle piccole ramificazioni che formano la parte più esterna della placenta ed hanno lo stesso patrimonio genetico del feto.

A cosa serve la villocentesi?

Rispetto all’amniocentesi, il campione di DNA prelevato dai villi coriali può fornire delle informazioni riguardo ad eventuali malattie ereditarie (come sindrome di Down (Trisomia 21) o sindrome di Edwards (Trisomia 18), etc), indicando se il feto ne sia affetto o meno o se sia un portatore sano di tale condizione. 

Quando viene eseguita la villocentesi?

Solitamente, l’esame viene prescritto tra la 11esima e la 13esima settimana di gravidanza solo quando ritenuto necessario, ad esempio in caso di Bi-Test e NIPT con esito positivo, se in famiglia vi sono malattie ereditarie gravi, se la madre ha più di 35 anni e/o ha già avuto gravidanze con alterazioni cromosomiche. 

Cosa non può dire la villocentesi?

L’esame dei cromosomi non può identificare tutti i difetti. Alcune malformazioni non riconoscibili con questo esame potrebbero essere diagnosticate, ma non sempre, tra la 19a e la 22a settimana di gravidanza con un esame ecografico.

L’esame è pericoloso o doloroso?

La villocentesi è un esame delicato ed è importante che la gestante valuti il rapporto tra le necessità diagnostiche della coppia e il rischio della procedura. Vi è infatti un margine di rischio per il feto e il buon andamento della gravidanza, con un rischio di aborto spontaneo pari all’1%.

Altri possibili effetti collaterali sono: perdita di sangue e/o crampi uterini.

Come si svolge la villocentesi?

Il ginecologo, guidato dall’ecografia, provvede all’inserimento di un ago nell’addome della paziente che raggiunge la parete uterina, senza intaccare le membrane amniotiche (viene eseguito dopo aver controllato con l’ecografia l’embrione, la quantità di liquido amniotico e la posizione della placenta, per poter decidere correttamente l’inserzione dell’ago per il prelievo). Qui viene effettuato un prelievo veloce (20-30 secondi) dei villi coriali placentari, che saranno poi analizzati in laboratorio dai citogenetisti, per valutare l’assetto cromosomico del feto ed evidenziare eventuali anomalie. In rari casi potrebbe essere richiesta un’amniocentesi di conferma per eventuali condizioni sospette, quali il mosaicismo. 

Se ritenuto necessario, il ginecologo può annullare o rinviare l’esame per garantire la sicurezza del feto.