Perché viene il cerchio alla testa?

Il tipico “cerchio alla testa”, che interessa prevalentemente il sesso femminile, è la manifestazione dolorosa della cefalea tensiva, una delle forme più comuni di mal di testa.

Ci siamo rivolti alla dottoressa Paola Merlo, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia in Humanitas Gavazzeni di Bergamo, per avere maggiori informazioni su questa malattia e sui possibili rimedi.

Il cosiddetto “cerchio alla testa” è il sintomo di quale tipo di mal di testa?

“Si tratta di cefalea tensiva – spiega la dottoressa Merlo – e rappresenta la forma più comune di cefalea primaria. Essa si caratterizza per la comparsa di dolore gravativo-costrittivo bilaterale di intensità medio-lieve, definito come un cerchio o un casco, localizzato nella parte posteriore del cranio oppure diffuso in tutto il capo”, aggiunge.

Raramente essa è accompagnata da fonofobia, fotofobia, nausea o vomito.

In questo tipo di cefalea si distinguono una forma episodica (cefalea presente per meno di quindici giorni al mese) e una forma cronica (cefalea presente per almeno quindici giorni al mese da un minimo di sei mesi), all’interno delle quali ci sono due sottotipi definibili “con o senza contrattura della muscolatura del capo”. Questo disturbo è tipicamente femminile, insorge solitamente in gioventù e mostra un declino in età senile.

Quali sono le cause scatenanti?

La cefalea tensiva, come le altre forme di cefalea primaria, non sempre è scatenata da cause specifiche che si possono immediatamente identificare. “La tensione emotiva, lo stress, l’affaticamento mentale, lo sforzo prolungato dell’attenzione, le posture scorrette e protratte del capo e del collo, la contrattura dei muscoli pericranici (che regolano il movimento della mandibola) possono rappresentare fattori scatenanti e aggravanti questo tipo di cefalea”, spiega la dottoressa Merlo.

“Alla base delle forme episodiche vi è un’aumentata attività muscolare, mentre in quelle croniche vi sono modificazioni funzionali del sistema nervoso centrale, sostenute da fattori psicoaffettivi”, aggiunge.

Alcune condizioni quali, per esempio, conflitti familiari, coniugali, interpersonali, preoccupazioni lavorative o economiche, problemi legati alle fasi dello sviluppo, ansia e depressione, possono contribuire all’insorgere e alla cronicizzazione del disturbo.

Qual è la terapia più adeguata per questo tipo di cefalea?

Per quanto riguarda la terapia farmacologica, i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) rappresentano la prima scelta nel trattamento sintomatico della cefalea di tipo tensivo.

Se il problema è cronico, va sempre ricercata la presenza di disturbi dell’umore, ansia o insonnia. Gli ansiolitici possono essere utilizzati “al bisogno”, in particolare quando gli attacchi di cefalea episodica sono scatenati da situazioni psicologiche stressanti. L’uso di antidepressivi triciclici rappresenta la strategia terapeutica più indicata nel trattamento della cefalea tensiva.

È possibile optare per una terapia non farmacologica di supporto allo scopo di eliminare i fattori scatenanti, soprattutto per le forme episodiche, mentre nelle forme croniche l’attenzione sarà focalizzata sul trattamento dei fattori aggravanti, facendo ricorso anche alla psicoterapia.

“Può essere di grande aiuto modificare posture fisse o scorrette che si assumono, ad esempio, quando si lavora per molte ore al computer, in aggiunta ai trattamenti mirati (farmaci miorilassanti) per la contrattura dei muscoli del collo”, conclude la dottoressa Merlo.

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