Ginnastica propriocettiva

Ginnastica propriocettiva

Nei casi più gravi di distorsione alla caviglia, il progressivo recupero sia della flessione che dell’estensione iniziano ancor prima di appoggiare il piede a terra; ciò al fine di evitare rigidità e per riguadagnare elasticità a livello di muscoli e tendini. L’appoggio con peso progressivo del piede a terra è solo la seconda tappa riabilitativa. In genere è attuata autonomamente dal paziente e, nella fase finale, prevede l’impiego delle stampelle solamente per salire e scendere le scale, in quanto tale attività è ancora difficile da eseguire con scioltezza.

Un ruolo che si potrebbe definire di rifinitura a tutto il processo riabilitativo è affidato alla cd. ginnastica propriocettiva. Poco conosciuta e considerata, può essere l’elemento che discrimina tra una caviglia che funziona discretamente o bene per l’attività di vita quotidiana e una caviglia che torna a sopportare le sollecitazioni sportive senza dolore. Tale tipo di ginnastica serve a recuperare la sensibilità articolare, cioè quella capacità di rispondere in modo adeguato agli stimoli variabili che provengono sia dal terreno, sia dall’attività sportiva in carico (arresti improvvisi, salti, cambi di direzione, contrasti con gli avversari). Viene effettuata con tavolette dette “tipo surf”, costruite sia per essere utilizzate con entrambi i piedi (bipodaliche), sia con un piede solo (monopodaliche). Su queste tavolette – che sono instabili o basculanti – va ricercato e quindi allenato l’equilibrio della caviglia; si deve iniziare da seduti, prima di lasciare le stampelle, per poi proseguire in piedi quando viene concesso il carico. Le prime volte è opportuno ricevere assistenza da un fisioterapista.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono da intendersi come indicazioni generiche e non sostituiscono in alcuna maniera il parere dello specialista.