Stenting biliare
Lo stenting biliare è una procedura che consente di eliminare il restringimento in un dotto biliare inserendo un tubo di plastica, metallo o materiale biodegradabile. Viene utilizzato per il trattamento di ostruzioni di origine benigna o maligna che provocano ittero e, in alcuni casi, perdite di bile.
Cos’è lo stenting biliare?
Lo stenting biliare consiste nell’introduzione di una piccola protesi tubulare in plastica, metallo o materiale biodegradabile che, supportando la parete dei dotti biliari a livello di un restringimento, ne consente l’eliminazione e la prevenzione della riformazione. Il suo posizionamento può essere effettuato con due diversi metodi: la colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) e la colangiografia transepatica percutanea (PTC). Per la prima procedura un endoscopio viene introdotto nella bocca e condotto fino allo sbocco dei dotti biliari. L’endoscopio serve a inserire una cannula attraverso cui è iniettato un liquido di contrasto che consente di verificare la presenza del restringimento con tecniche radiologiche. Solo dopo si procede all’inserimento dello stent praticando una sfinterectomia (ossia un taglio a livello del cosiddetto sfintere di Oddi) che consente di accedere direttamente all’interno dei dotti biliari. In alcuni casi il dotto biliare interessato viene allargato gonfiando al suo interno un palloncino prima dell’introduzione dello stent. La seconda procedura, invece, consiste nella puntura dei dotti biliari attraverso la cute del fianco destro o della regione epigastrica e il posizionamento dello stent da tale accesso. La procedura avviene sotto anestesia con monitoraggio anestesiologico.
L’ERCP prevede in genere che il paziente resti in osservazione finchè non svanisce l’effetto dell’anestesia e non è stata accertata l’assenza di segnali di complicazioni. La PTC richiede invece che il paziente rimanga sdraiato su un fianco per almeno 6 ore in modo da ridurre il rischio di emorragie nel punto di iniezione.
Lo stenting biliare rimuove l’ostruzione e, nel 90%dei casi, ripristina la funzionalità del dotto biliare. L’occlusione dello stent si verifica nel 25% circa dei pazienti, mentre nel 6% dei casi si verifica uno spostamento. Nel 15-45% dei pazienti, dopo mediamente 4-9 anni, si verificano recidive dell’occlusione.
Lo stenting biliare è doloroso e/o pericoloso?
Il tasso di complicanze gravi è pari all’11% circa per l’ERCP e del 5-10% per la PTC. Fra le più comuni ci sono emorragie, infezioni, pancreatiti, colangiti, colecistiti e danni all’intestino nel caso dell’ERCP ed emorragie, infezioni, sepsi o diffusione del mezzo di contrasto nell’addome nel caso della PTC. Inoltre, lo stent può spostarsi, chiudersi o addirittura perforare l’intestino.
Chi può sottoporsi allo stenting biliare?
Lo stenting biliare è indicato in caso di ostruzioni causate da tumori al pancreas, alla cistifellea, ai dotti biliari, al fegato o all’intestino crasso, a danni ai dotti biliari conseguenti a una rimozione della cistifellea o a pancreatite, colangite sclerosante primitiva, calcoli della cistifellea, radioterapia o traumi addominali. La procedura può essere controindicata in caso di problemi di coagulazione.
Follow-up
Dopo l’intervento, il paziente deve seguire una serie di visite di controllo per rilevare eventuali complicazioni. Fra i sintomi che possono indicare la formazione di un nuovo restringimento troviamo per esempio cambiamenti nel colore delle urine o delle feci, ittero, prurito e valori anomali nei test per la funzionalità del fegato.
Sono previste norme di preparazione?
È necessario presentarsi il giorno dello stenting biliare a digiuno da almeno 6 ore durante le quali non bisogna nemmeno bere. Inoltre, potrebbe rivelarsi necessario sospendere l’assunzione di alcuni medicinali, mentre potrebbero essere prescritti degli antibiotici, da assumere prima dell’intervento fino a qualche giorno dopo.
Disclaimer
Le informazioni riportate sono da intendersi come indicazioni generiche e non sostituiscono in alcuna maniera il parere dello specialista.