Trattamento della fibrillazione atriale
Il trattamento della fibrillazione atriale(FA) si attua tenendo in debita considerazione diversi aspetti dell’aritmia e del paziente quali ad esempio: la presenza di una cardiopatia strutturale o di altre condizioni favorenti, la sintomaticità al momento di insorgenza, la modalità di presentazione (parossistica, persistente, permanente), la presenza di instabilità emodinamica ad essa associata.
A seguito dell’analisi di tutte le condizioni sopra indicate si potrà decidere se procedere a ripristinare il ritmo sinusale o solo a rallentare la frequenza media in corso di FA. Di solito, al primo episodio sintomatico si procede alla cardioversione dell’aritmia; se l’episodio ha un’insorgenza databile sotto le 24-48 ore e i sintomi sono ben tollerati, si può tentare la via della cardioversione farmacologica o elettrica. Se l’insorgenza non è recente o comunque non è databile, di solito si rimanda la cardioversione dopo un periodo di adeguata terapia anticoagulante di almeno 3-4 settimane per ridurre il rischio cardioembolico.
Il trattamento terapeutico della fibrillazione atriale può quindi essere farmacologico(con impiego di farmaci antiaritmici da assumere2-3 volte al dì) o non farmacologico(basato pertanto sulle tecniche ablative). I medicinali attualmente reperibili in commercio hanno una buona efficacia nel prevenire le recidive aritmiche ma non raggiungono sempre il successo totale e molti soggetti possono avere ancora delle recidive aritmiche che inducono il paziente a continui accessi al pronto soccorso. L’opportunità di utilizzare farmaci antiaritmici va relazionata anche alla presenza di co-morbidità ed agli inevitabili effetti collaterali dei farmaci, che teoricamente dovrebbero essere assunti – in caso di efficacia – sine die.
La terapia ablativa si basa invece sulla modificazione del substrato aritmico; in particolare sull’isolamento elettrico delle aree – poste all’interno dell’atrio sinistro – in cui risiedono i trigger della fibrillazione atriale. L’ablazionesi effettua tramite l’utilizzo di un catetere ablatore, che è in grado di erogare radiofrequenza. Lo scopo del trattamento ablativo è quello di tracciare delle linee di lesione a livello delle 4 giunzioni tra vena polmonare e atrio, in modo da isolare dal punto di vista elettrico le aree aritmogene. La procedura ablativa atriale sinistra si svolge in sedazione profonda, tramite accesso venoso femorale destro, con approccio sinistro a mezzo di puntura transettale con ago di Brockenbrough.
Le nuove teconologie consentono di poter scegliere la tecnica ablativa in base sia all’anatomia generale che a quelle più caratteristiche dell’atrio sinistro. Nella maggioranza dei casi si utilizza la metodica ablativa con radiofrequenza guidata dalla Stereotaxis e dal mappaggio tridimensionale CARTO; in altri casi si impiega invece la tecnica con crio-ablazione tramite pallone o con catetere multi elettrodico circolare a radiofrequenza.
Disclaimer
Le informazioni riportate sono da intendersi come indicazioni generiche e non sostituiscono in alcuna maniera il parere dello specialista.