Cheratocono

Cheratocono

Il cheratocono è una patologia degenerativa che si manifesta in seguito ad una diminuita rigidità strutturale della cornea. Si presenta nell'infanzia o nella pubertà e si evolve in gran parte dei casi fino ai 35-40 anni,e  in determinati casi può continuare a svilupparsi anche dopo. Spesso si accompagna con altre patologie come ad esempio l'atopia (predisposizione ereditaria alle malattie allergiche), l'amaurosi congenita di Leber, distrofie corneali, trisomia 21 (mongolismo), patologie della tiroide, malattia del collagene (rilassatezza dei legamenti articolari), ecc.

Che cos'è il cheratocono?                                                                                                       

Si tratta di un progressivo logoramento del tessuto che diventa più sottile e si estroflette nella parte superiore prendendo la forma di un cono. Di solito interessa entrambi gli occhi, anche se in genere in misura differente. Si valuta che ne sia affetto 1 soggetto ogni 1500, ma i casi di alterazioni che possono essere ricondotti al cheratocono sono per lo meno il doppio. L'esordio e il progresso della patologia sono molto variabili. Nei casi più evoluti, quando l'assottigliamento terminale del tessuto corneale fa correre il rischio incipiente di perforazione, si fa ricorso al trapianto di cornea.

Quali sono le cause del cheratocono?

Le cause del cheratocono non sono al momento note, sebbene studi sperimentali abbiano portato i medici a ritenere che alla sua origine vi siano cause genetiche che ne determinano l'insorgenza e fattori esterni quali microtraumi da sfregamento o da allergie che ne influenzano l'evoluzione. L’incremento di certi enzimi specifici, tra i quali le proteasi, e una riduzione dei loro inibitori, provoca instabilità, e alcune cellule della cornea, i cheratociti, che sono responsabili del continuo rinnovamento del tessuto, agiscono in maniera anomala, con conseguente diminuzione dello spessore e degradazione e deformità della cornea.

Quali sono i sintomi del cheratocono?

Visione che con l’avanzare della patologia diventa sempre più sfuocata e difficilmente correggibile con occhiali. Negli stadi terminali della patologia il deficit visivo è notevolmente invalidante e no è possibile correggerlo nemmeno con lenti a contatto.

Diagnosi

Una diagnosi fatta a tempo debito è indispensabile per contrastare o arrestare il cheratocono prima che raggiunga fasi di sviluppo critiche.

Per la diagnosi di cheratocono vi sono a disposizione vari esami che consentono di identificare la patologia ancora prima che i sintomi si manifestino:

  • La tomografia corneale, che esamina curvatura, elevazione e spessore della cornea a più livelli e che con lo studio degli indici topometrici e tomografici (Belin-Ambrosio) consente di evidenziare anche le forme più leggere di ectasia corneale e verificarne l'evoluzione.
  • La topografia corneale che permette di generare una mappa di curvatura e una mappa altitudinale della superficie corneale anteriore.
  • La pachimetria che consente di stimare lo spessore della cornea e, tramite una mappa che mostra lo spessore corneale in ogni sua area, di trovare e localizzare il punto più sottile.
  • Diagnostiche che valutano la resistenza corneale alla deformazione con soffio di aria possono rilevare le forme di più complessa diagnosi.

Trattamenti

La terapia del cheratocono può consistere in:

  • Cross-Linking corneale, di solito nelle prime fasi, in caso di dimostrata progressione della patologia
  • Rimodellamenti corneali abbinati a Cross-Linking
  • Impianto di anelli intrastromali
  • Cheratoplastica lamellare anteriore profonda (DALK)
  • Cheratoplastica perforante (PKP)

L'utilizzo di occhiali o lenti a contatto non rappresenta in nessun modo un'opzione terapeutica, ma solamente un ausilio per migliorare l'acutezza visiva.

Prevenzione

Essendo una patologia a carattere ereditario non è possibile fare prevenzione. E’ tuttavia fondamentale la diagnosi precoce. In effetti trattare la patologia ai suoi inizi può in genere consentire di mantenere un'ottima vista, in certi casi persino senza correzione con trattamenti minimamente invasivi. Giungere ad una diagnosi tardiva può voler dire dover ricorrere al trapianto.

Pertanto sono consigliate le visite oculistiche durante lo sviluppo a 3, 6 e 12 anni, quando ci sia familiarità per la malattia (un parente affetto) e quando si presentino sintomi come visione sfocata scarsamente correggibile con gli occhiali. Queste visite vanno però integrate con la diagnostica utile alla diagnosi precoce come la topografia corneale e gli altri esami indicati.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono da intendersi come indicazioni generiche e non sostituiscono in alcuna maniera il parere dello specialista.