Atrofia vulvo-vaginale in menopausa, come risolverla?

L’atrofia vulvo-vaginale è una condizione che tende spesso a manifestarsi durante il periodo della menopausa, ed è caratterizzata da sintomi come dolore (durante o in assenza di rapporti sessuali), secchezza e prurito.

Ne soffre circa il 50% delle donne e per molte di loro, la secchezza vaginale, rappresenta un vero e proprio disturbo funzionale associato anche ad incontinenza urinaria da stress (piccole perdite di urina dopo un colpo di tosse o uno starnuto).

Discuterne con il proprio ginecologo è importante per identificare la causa e trovare la terapia più adatta al problema specifico, perché l’atrofia vulvo-vaginale in menopausa si può trattare.

Ce ne parla la Dott.ssa Raffaela Di Pace, ginecologa e sessuologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Murat a Milano, Humanitas San Pio X e specialista del Centro di Sessuologia Medical Care.

Da cosa è causata l’atrofia vulvo-vaginale?

L’atrofia vulvo-vaginale è causata dalla perdita di tono e trofismo, ovvero una lassità dei tessuti vulvari e vaginali provocata dalla progressiva diminuzione degli ormoni sessuali prodotti dall’ovaio, che caratterizza la menopausa.

Come può essere trattata l’atrofia vulvovaginale?

Per risolvere la perdita di tono e la riduzione della produzione di collagene ed elastina di questi tessuti, le terapie puntano, prima di tutto, a ripristinare una corretta idratazione ed elasticità dei tessuti vulvari e vaginali. I trattamenti possibili sono diversi: da ovuli e creme vaginali a base di ormoni, a sostanze ad azione idratante o nutriente, a microiniezioni locali di acido ialuronico e poliribonucleotidi, a farmaci per via orale che agiscono a livello vaginale favorendo il recupero di elasticità e idratazione.

Per favorire la rigenerazione dei tessuti vulvo-vaginali, invece, vengono utilizzate apparecchiature innovative, come la radiofrequenza quadripolare dinamica che favorisce sia la rigenerazione tissutale, sia un maggiore assorbimento locale delle sostanze bioattive o idratanti (come acido ialuronico), aumentando l’efficacia idratante delle terapie. Emettendo onde termiche, questa terapia agisce nei tessuti più profondi degli strati epiteliali e subepiteliali della vagina e della vulva grazie al calore controllato dal macchinario.

Un trattamento non doloroso che viene effettuato in totale privacy e comfort per la paziente.

Quanto dura il trattamento?

Sono necessarie quattro sedute della durata di circa 20 minuti ciascuna, a distanza di due settimane l’una dall’altra per risolvere la secchezza vaginale e i disturbi associati alla sindrome genito-urinaria, (anche in caso di incontinenza urinaria da stress).

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Dott.ssa Raffaela Cinzia Di Pace

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Humanitas Medical Care
Milano Murat
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