Balbuzie, la cura per la guarigione è sia psicologica sia fisica

La balbuzie è un disturbo del linguaggio che interessa l’apparato fonatorio e che è riscontrabile soprattutto nei bambini. O, meglio, essendo una disfluenza guaribile, è presente negli adulti quando non sono stati curati da piccoli.

Ne parliamo con la dottoressa Dora Siervo, psicoterapeuta di Humanitas Medical Care di Bergamo.

Dottoressa Siervo, con quali modalità si presenta la balbuzie?

«La balbuzie si presenta sotto varie forme. Può essere di tipo tonica, clonica oppure mista. Nella balbuzie tonica la persona è colpita da contrazioni della muscolatura ed è portata a esprimere vocalizzi evidenti nel tentativo di affrontare la parola. La balbuzie clonica invece induce a una ripetizione coatta di parole, frasi o anche semplici sillabe. Queste due problematiche si possono presentare entrambe, alternate l’una all’altra, per la forma di balbuzie che definiamo, appunto, mista».

Quali sono le cause della balbuzie? Si tratta di un problema fisico o di un problema di natura psicologica?

«È un’integrazione tra i due aspetti. C’è una componente fisiologica, che corrisponde all’alterazione della respirazione, e una componente psicologica che può essere dovuta in genere a un’ansia superiore alla media, a una disistima, a un’aggressività repressa…».

A partire da quale età si può manifestare la balbuzie?

«Si ritiene che si possa parlare di balbuzie solo dopo il compimento dei 6 anni. Una diagnosi conclamata non può quindi essere effettuata prima, anche se dai 3 ai 6 anni è molto importante procedere dal punto di vista preventivo, perché non ci dimentichiamo che il bambino comincia ad avere una struttura completa della frase già a partire dai 2 anni».

Già prima dei 6 anni ci possono quindi essere episodi di balbuzie?

«Ci possono essere disturbi simili alla balbuzie che però possono dipendere da un’immaturità dello sviluppo del linguaggio. Questi disturbi devono essere tenuti sotto controllo per vedere l’eventuale evoluzione o involuzione della problematica. Un percorso che sarà molto utile nel caso in cui dopo i 6 anni si manifesti l’effettiva esistenza di balbuzie».

Come viene diagnosticata la balbuzie?

«Il primo esame consigliato è quello audiometrico, che consente di verificare se il paziente è affetto da difficoltà di udito. Può capitare, infatti, di valutare bambini, ma anche persone adulte, che in realtà non sentono bene per cui lo sviluppo del linguaggio è condizionato negativamente, al punto tale da provocare la disfluenza».

Ci sono altri esami da eseguire?

«Esami no. Importante è fare un colloquio diagnostico con uno specialista che si occupa in modo specifico di balbuzie, che sia in grado di verificare che si tratti effettivamente di questo disturbo e non di altre patologie. Perché a volte, ad esempio, l’ansia può avere influssi sulla respirazione e creare una difficoltà nell’esprimersi al meglio, condizione che è comunque differente da quella della balbuzie, che prevede unicamente un’alterazione dell’apparato fonatorio».

Come si cura la balbuzie?

«Il primo intervento è di tipo psicologico, e prevede un lavoro dello psicoterapeuta sulla disistima del paziente, sull’ansia, sui suoi problemi disfunzionali. Il punto di partenza è che noi sappiamo che la persona balbuziente sa esattamente che cosa vuole dire, per cui non è un problema di tipo neurologico, non c’è una difficoltà nella ricerca, nella scelta della parola, è solo un problema che riguarda la comunicazione. La persona affetta da balbuzie ha la preoccupazione di non potersi esprimere in modo corretto, perché in altre circostanze si è già bloccata su una specifica parola o perché la frase che vuole dire contiene lettere e sequenze di lettere su cui si sa di essere in difficoltà. Dopo l’aspetto psicologico e cognitivo si va a lavorare sull’aspetto più fisico, legato alla respirazione».

Che cosa vuol dire “lavorare sulla respirazione”?

«È importante che il paziente impari a respirare in maniera armonica, così da non alterare il ritmo della parola andando in apnea e occludendo le corde vocali, per cui l’aria non esce e il suono e la parola perdono la loro fluidità. Per questo si procede con esercizi specifici, che seguono un percorso studiato proprio per fornire alla persona balbuziente una respirazione fluida».

Quanto può incidere la volontà della persona sulla sua guarigione dalla balbuzie?

«La voglia di guarire è fondamentale, è il motore che permette alla persona di eseguire con attenzione gli esercizi che vengono assegnati. È importante apprendere e applicare con attenzione le tecniche di respirazione, ed eseguirle in ogni momento, non solo nello studio medico nel corso delle visite di controllo, ma anche quando si è a casa, al lavoro, nella vita di tutti i giorni. Ci vuole pazienza e volontà – il percorso di guarigione dura circa 6 mesi e prevede un incontro a settimana, con step ed esercizi che si affinano e aumentano di intensità in base alla difficoltà da affrontare – ma se le tecniche vengono eseguite in modo corretto si possono ottenere risultati davvero soddisfacenti».

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