Che cosa significa essere madri?

In occasione della Festa della Mamma, vogliamo parlare di cosa significa oggi essere madre. Vogliamo parlare di chi ha preferito o dovuto lasciare il lavoro per occuparsi dei propri figli, di chi lavora a tempo pieno con i sensi di colpa per non averlo fatto, di chi non è riuscita a trovare un equilibrio o di chi ha deciso di sacrificare tutto per i propri figli rincorrendo l’ideale di “mamma perfetta”.

Ce ne parla la dott.ssa Ylenia Canavesio, neuropsicologa e psicoterapeuta presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Domodossola a Milano e specialista del centro Psico Medical Care di Humanitas.

Qual è la funzione materna?

Oggi sappiamo che gli ingredienti importanti all’interno di una famiglia sono 

la  funzione materna e funzione paterna, ovvero, due funzioni genitoriali che oggi sappiamo essere  indipendenti dal genere (attenzione a non confondere i termini con i ruoli).

Sebbene un tempo la funzione materna era esclusiva per le madri, oggi le cose non stanno così. La funzione materna non si esaurisce solo in un significato biologico e generativo, bensì assume significato simbolico che può essere portato avanti anche dai papà.

La funzione materna riveste principalmente un ruolo di contenimento: ha il compito di accudire e accogliere, si sintonizza con i bisogni del bambino e se prende cura, sia che si tratti di bisogni concreti (come il nutrimento e la protezione), o bisogni psichici (come l’essere, amati, ascoltati e compresi).

La funzione paterna ha invece un ruolo normativo ed emancipativo. Da una parte  stabilisce confini, limiti e regole di comportamento, dall’altra può essere considerata  come una spinta che aiuta il bambino ad esplorare il mondo e lo sprona al distacco.

Perché la figura della mamma è spesso legata al mito del sacrificio?

Molte donne vivono l’essere madre come una sorta di sacrificio: sacrifico il lavoro, sacrifico i miei hobby, sacrifico le uscite con le amiche, per stare con mio figlio. Tuttavia, prendersi del tempo per sé – anche se può sembrare egoistico – ha degli enormi vantaggi, perché significa vedere la maternità come qualcosa che dà piuttosto che qualcosa che toglie.

Molto spesso le “mamme- dipendenti” dai propri figli non riescono ad accettare, per esempio, che un giorno questi se ne andranno di casa (dopo tutto quello che hanno fatto per loro) e si sentiranno sole. Ma il figlio non è il prolungamento della persona, non serve a riempire un vuoto. Un figlio è un individuo a sé stante che non deve essere caricato di una responsabilità così grande, come quella di una madre che compie qualsiasi scelta “per lui”, per “il suo bene”.

Sensi di colpa, perché è sbagliato?

Le mamme di oggi sono multitasking. Devono lavorare, prendersi cura dei propri figli, badare alla casa. Così molto spesso si sentono in colpa per non riuscire a fare tutto o per non farlo bene abbastanza. Ma questo senso di colpa, questo sentirsi spesso inadeguate, in realtà deriva solo da un ideale irrealistico di mamma perfetta, trasmesso dalle famiglie, dagli amici e dalla società. Preoccuparsi costantemente di essere una madre perfetta può generare a lungo termine maggior colpevolezza, fatica, depressione e rabbia che si ripercuotono inevitabilmente anche sul nucleo familiare.

Sarò una brava mamma?

Passiamo le 40 settimane della gestazione ad immaginare come sarà avere il nostro piccolino tra le braccia. A chi assomiglierà, che carattere avrà, se sarà bravo e dormirà. Ma il pensiero che ritorna più spesso è: sarò in grado di farcela? Riuscirò ad essere una brava mamma? Il timore di non riuscirci, di non essere in grado – talvolta dettato dalla paura di essere sole e non avere la famiglia accanto – può diventare tuttavia un pensiero ricorrente che si concretizza all’arrivo del bebè, compromettendo la serenità di quel momento. 

Domandarsi se si sarà in grado di essere una brava mamma non ha sempre un ruolo negativo. In fondo, ci stiamo preparando ad affrontare una grande cambiamento. Dovremo occuparci di una creatura che dipende unicamente da noi e non è un compito facile. È legittimo essere preoccupate: servirà anche questo a mantenerci attente e motivate ad affrontare i diversi momenti che ci riserverà la maternità.

Tuttavia, quando il pensiero di non farcela o di essere una “cattiva mamma”, comincia a presentarsi in modo ossessivo, quando ogni piccolo gesto o compito inizia a sembrare enorme, al di là delle nostre capacità, quel timore diventa nocivo.

Il momento della maternità e quello in cui si diventa effettivamente mamma, sono da sempre legati ad un’immagine eroica: la mamma crea e dà la vita.  La gravidanza, il parto, l’allattamento, il prendersi cura del neonato, vengono sempre più spesso descritti – da libri, manuali, riviste e persino social – come una serie di tappe della vita in cui la mamma deve dare il meglio di sé. “Ce l’hanno fatta tutti. Ci riuscirai anche tu. Sarai sempre all’altezza, anzi, sarai la più brava di tutte”. Quante volte ce lo siamo sentite dire? Come se si trattasse di battere qualche record ed arrivare primi ad una gara. Ma ogni gravidanza, ogni parto, ogni momento che segue l’arrivo di un bambino, ma soprattutto, ogni mamma, è diversa.

L’importanza di accettare che nessuna brava mamma è perfetta 

Anche se come abbiamo già detto prima, la società in cui siamo immersi, talvolta, rimanda un concetto diverso, essere una buona mamma non significa essere perfetta, non coincide con l’essere sempre paziente e disponibile.

Al contrario, oggi sappiamo quanto sia importante, nell’assolvere la funzione genitoriale,  essere consapevoli ed accettare i limiti e i timori. Accettare  il fatto di non riuscire sempre come vorremmo,  accettare che a volte abbiamo bisogno di aiuto, accettare che le aspettative che abbiamo su  di noi o sui nostri figli non sempre si realizzeranno (e andrà comunque bene).

In sostanza essere una brava mamma significa volersi bene e prendersi cura di se stessa, e questo è uno dei messaggi più importanti che una mamma può passare al proprio figlio.

Psicologia
Dott.ssa Ylenia Canavesio
Visite ed Esami
Valutazione sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Sedi

Humanitas Medical Care
Milano Domodossola
Via Domodossola, 9, Milano, MI, Italia
I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici