Che cos’è il glaucoma?

La visione è un senso fondamentale che veicola il 70% delle informazioni che riceviamo dal mondo esterno. Passa attraverso un nervo ottico che può essere comparato a un cavo elettrico che trasmette le immagini dall’occhio al cervello.

Il glaucoma è una malattia cronica che interessa il nervo ottico, nella maggioranza dei casi – ma non sempre – associata a un aumento della pressione intraoculare.   

Ne abbiamo parlato con il Dott. Cristiano Ratti, oftalmologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Domodossola, diretto dal Dott. Fabrizio Camesasca.  

Quali sono i campanelli d’allarme del glaucoma?

Il glaucoma può decorrere asintomatico per periodi molto lunghi, talvolta anche per decenni. I sintomi, infatti, sono tardivi, e sostanzialmente consistono in una restrizione del campo visivo periferico di cui il paziente tende ad accorgersi solo nelle fasi avanzate della malattia.  Raramente si percepisce precocemente la scomparsa di una parte centrale del campo visivo.

Quali sono le cause del glaucoma?

Alla base del glaucoma vi è uno squilibrio tra la produzione di umore acqueo (il fluido trasparente che riempie lo spazio posto tra la cornea, l’iride ed il cristallino) e il suo deflusso. Scopo dell’umore acqueo è la nutrizione di una delle lenti dell’occhio, la cornea, che per essere trasparente, deve essere priva di vasi. Questo squilibrio si traduce in un aumento della pressione oculare che provoca una compressione delle fibre nervose della retina e dei capillari che irrorano il nervo ottico. L’esito finale è la morte dei neuroni retinici da cui originano le fibre del nervo ottico (le cellule ganglionari), tramite un processo conosciuto come apoptosi.

Qual è l’incidenza del glaucoma?

Il glaucoma colpisce circa due persone su cento dopo i 40 anni, che nella maggioranza dei casi ignorano di essere pazienti a rischio.

Fattori di rischio

Il principale fattore di rischio è l’aumento della pressione intraoculare, anche se il glaucoma può svilupparsi in pazienti che hanno una pressione oculare normale. Altri fattori di rischio sono la familiarità, l’età (dopo i 40 anni), la miopia e l’appartenenza ad alcuni gruppi etnici (persone provenienti dall’Africa subsahariana e alcune regioni dell’Asia).

Importanza della diagnosi precoce

Trattandosi di una malattia asintomatica, la prevenzione riveste un ruolo essenziale. Dopo i 40 anni di età, è infatti consigliabile sottoporsi periodicamente a visite oculistiche, durante le quali l’oculista misurerà la pressione oculare e osserverà il la papilla del nervo ottico. Il punto della retina ove le fibre nervose confluiscono a formare nervo ha l’aspetto di un disco rosato e viene definito papilla ottica. Con il glaucoma, la papilla ottica perde progressivamente fibre (ne ha circa un milione) e tende ad assumere un colore pallido, accompagnato da uno aspetto di svuotamento (escavazione centrale).

In caso di sospetto, l’oculista potrà prescrivere una serie di indagini strumentali, volte a precisare la diagnosi, come l’esame del campo visivo, della pachimetria corneale (misurazione dello spessore della cornea) e della tomografia a coerenza ottica.

Qual è la terapia per il glaucoma?

Da diversi decenni è stata dimostrata l’importanza della riduzione della pressione oculare per rallentare l’evoluzione del glaucoma. Esistono diversi farmaci in grado di abbassare significativamente la pressione oculare. Questi medicinali, per essere più efficaci a livello oculare, si somministrano sotto forma di colliri, da instillare una o più volte al giorno.

È importante sottolineare che il tessuto nervoso una volta degenerato non è più in grado di rigenerarsi, per cui i danni al campo visivo una volta instauratisi sono irreversibili.

Nei casi in cui la terapia farmacologica risulti insufficiente a controllare l’evoluzione della malattia, è possibile ricorrere a trattamenti laser e a interventi chirurgici volti a ridurre la pressione intraoculare.

Oftalmologia
Dott. Cristiano Ratti
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