Come “proteggere” il piede quando corriamo?

Un corretto appoggio del piede durante la corsa è fondamentale non solo per migliorare le proprie prestazioni ma anche per ridurre il rischio di patologie da “sovraccarico”, come nel caso della metatarsalgia, una patologia del piede che provoca un dolore nella parte anteriore del piede, in corrispondenza delle ossa metatarsali.

Ce ne parla la dott.ssa Cecilia Pasquali, specialista in Ortopedia e Traumatologia, presso ASST Valle Olona, Ospedale di Busto Arsizio, Comitato Caviglia e Piede SIAGASCOT e l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Varese.

A cosa devo prestare attenzione quando corro?

Il “running” è sempre stato parte integrante della vita dell’uomo, la sua popolarità si è amplificata nel tempo, oltre ad essere parte integrante dell’allenamento nella maggior parte degli sport.

La patologia del piede nei “runners” non viene definita “traumatica” ma da “overuse” (ovvero da uso eccessivo) ed il 70% dei runners ha infortuni collegati alla pratica della corsa.

La parte anteriore del piede, infatti, assorbe circa 70 tonnellate di forza per un Km di corsa, e il piede di un runner sopporta mediamente in un anno più di 3 milioni di impatti con il terreno. Circa il 7,2% degli atleti ha riportato uno o più episodi di metatarsalgia.

Quali sono le cause della metatarsalgia?

La metatarsalgia, ovvero il dolore sotto le teste metatarsali, può esser legato alla conformazione dell’avampiede (valgismo dell’alluce con conseguente metatarsalgia da trasferimento) del retropiede e dal piede iperpronato (piatto).

Le cause possono essere distinte in: primarie, legate a fattori biomeccanici ed anatomici; secondarie, connesse ad altre patologie infiammatorie o neurologiche come il Neuroma di Morton (dovuto a fattori biomeccanici in quanto il nervo rimane compresso tra le teste metatarsali, solitamente la III e la IV, ed il legamento intermetatarsale). 

Nella corsa, l’esagerata pronazione in appoggio flette maggiormente il terzo metatarso rispetto al quarto, favorendo il traumatismo del nervo intermetatarsale durante lo stacco delle dita dal terreno.

Alcune cause di metatarsalgia “isolata” possono essere il morbo di “Freiberg”(osteocondrosi della testa del II metatarso) o le reazioni/fratture da stress. Tuttavia, anche scarpe usurate nell’intersuola e nella suola possono essere causa di una metatarsalgia.

Come viene diagnosticata la metatarsalgia?

Un primo inquadramento delle metatarsalgie può essere fatto durante la visita: la flessione plantare ed il movimento dei metatarsi sono responsabili della posizione delle teste metatarsali sul piano; in base al tipo di ipercheratosi (callosità) si possono avere informazioni sulla biomeccanica del piede; più specifico è l’esame podoscopico.

L’esame radiografico sotto carico del piede permette un inquadramento diagnostico; per la diagnosi di osteocondrosi o raramente di frattura da stress a carico dei metatarsi, è indicata l’esecuzione della Risonanza Magnetica Nucleare.

L’ecografia permette di riconoscere la borsite intermetatarsale da altre cause di metatarsalgia quali la sinovite delle articolazioni metatarso falangee e il Neuroma di Morton. 

Le atlete dedite alle lunghe distanze hanno una aumentata incidenza di fratture da stress favorite da disturbi alimentari, irregolarità ormonali e mestruali. Le fratture da stress dei metatarsi sono considerate ad alto rischio per la loro tendenza a ritardata guarigione o pseudoartrosi.

Come deve appoggiare il piede sul terreno?

Non esiste un appoggio “standard” che vada bene per tutti. Ogni persona durante la corsa mette in moto il proprio schema motorio che può esser valutato e corretto da un “personal trainer”.

Quando andare dallo specialista?

Consiglio di rivolgersi allo specialista in presenza di dolore al piede o alla caviglia. Continuare a correre, sottovalutando questa sintomatologia, può infatti trasformare un problema banale in uno più serio.

L’ortopedico potrà valutare la situazione e fornire indicazioni specifiche al paziente. individuando le terapie fisiche più adatte o i trattamenti utili a risolvere il problema.

Quali scarpe scegliere per correre?

Sia per i runners professionisti che non, la scelta della scarpa è molto importante.

Nella sindrome pronatoria, prima di prescrivere l’uso di un plantare, bisogna valutare sempre prima se l’utilizzo di scarpe stabili sia in grado da solo di ridurre la pronazione nella fase di appoggio. 

Nelle pronazioni più importanti e nelle metatarsalgie l’utilizzo dell’ortesi plantare può comunque essere associato anche alla scarpa stabile, in modo da ottenere il giusto controllo dell’appoggio; parliamo di una scarpa antipronazione che ormai hanno tutte le principali marche di scarpe per runners.

Ortopedia
Dott.ssa Cecilia Pasquali
Visite ed Esami
Visita ortopedica al piede

Sedi

Humanitas Medical Care
Varese
Via S. Michele Arcangelo, 6, Varese, Varese, Italia
I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici