È molto importante tenere sempre sotto controllo l’intera superficie della propria cute per scoprire se i nei, nel tempo, cambiano aspetto e stanno diventando pericolosi. Poiché non è un’operazione facile, oggi grazie alla tecnologia è possibile monitorarli in modo semplice, rapido e sicuro e prevenire la loro degenerazione in melanoma, il tumore maligno più aggressivo della pelle, in continuo aumento soprattutto nei giovani.
Ne abbiamo parlato con il dottor Francesco Sacrini, dermatologo di Humanitas Medical Care Fiordaliso.
Perché è utile controllare la propria cute?
“Conoscere la propria pelle ed esaminarla periodicamente può aiutare a identificare un melanoma in fase precoce, rendendone molto più semplice e sicuro il trattamento”, spiega il dermatologo. Infatti, quando il melanoma viene diagnosticato tardi l’incidenza di mortalità è elevata.
In quale modo si possono controllare i nei?
Una volta si affidava al paziente il compito di tenere la propria pelle sotto osservazione e di andare dal dermatologo in caso di cambiamento di aspetto di un neo, secondo la “regola dell’ABCD”, acronimo di Asimmetria, Bordi, Colore e Diametro. Nel tempo, però, si è constatato che questo sistema non permette di raggiungere i risultati attesi in termini di prevenzione. “Oggi, grazie alla tecnologia, è possibile eseguire una mappatura computerizzata di tutti i nei di un paziente”, afferma il medico.
Come funziona questo nuovo sistema?
“La mappatura dei nei avviene con uno strumento digitale chiamato videodermatoscopio computerizzato”, spiega Sacrini. E precisa: “In pratica, si tratta di un microscopio da contatto che si appoggia sul neo da monitorare, la cui immagine, ripresa da una telecamera HD, mostra dettagli che non sono visibili a occhio nudo. A un successivo controllo programmato, sarà lo strumento a sovrapporre l’immagine precedente (alla quale è stato associato un numero progressivo e la posizione nel corpo) a quella attuale, per evidenziare e segnalare eventuali modificazioni”.
Qual è il principale vantaggio della mappatura computerizzata?
Con questa metodica si possono identificare melanomi nelle prime fasi di sviluppo. In questo caso, “asportandoli, si ha la possibilità di guarigione completa vicina al 100%”, conclude il dottor Sacrini.
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