Cose da sapere sull’influenza

Spesso in questo periodo, quando si hanno disturbi quali raffreddore, mal di gola, febbre, si pensa di aver contratto l’influenza. In realtà, nonostante alcuni sintomi analoghi, tuttavia esistono sostanziali differenze tra questa malattia infettiva e altre condizioni patologiche causate da virus e batteri che si diffondono attraverso le goccioline di saliva e gli starnuti.

Per fare un po’ di chiarezza, ci siamo rivolti al dottor Stefano Ottolini, responsabile del Pronto Soccorso in Humanitas.

Come si riconosce l’influenza dagli altri malanni di stagione?

Oltre al virus influenzale, responsabile dell’influenza, – spiega il dottore – ci sono altri virus e batteri che causano malattie stagionali, chiamate sindromi influenzali, cioè disturbi simili all’influenza ma che sono dovuti a microrganismi differenti”. Riconoscere l’influenza dagli altri mali di stagione non è sempre facilissimo. In generale, però, rispetto alle sindromi influenzali, il malessere generale e gli altri sintomi comuni (raffreddore, tosse, stanchezza, dolori muscolari e articolari, mal di testa) nell’influenza sono più marcati e, soprattutto, la febbre supera i 38 gradi.

Tra i sintomi influenzali ci sono anche vomito e diarrea?

Come si è detto, “l’influenza vera e propria causa principalmente febbre alta e sintomi respiratori, ma non provoca vomito e diarrea. I disturbi gastrointestinali sono invece in genere dovuti a virus di stagione differenti”, afferma Ottolini.

A ottobre si può parlare di influenza?

Assolutamente no – risponde l’esperto – perché l’influenza vera e propria arriva nel nostro Paese più o meno intorno a Natale e si protrae fino a marzo-aprile. I malanni che si prendono prima di quel periodo sono, quindi, sindromi parainfluenzali”.

Quando va fatto il vaccino antinfluenzale?

L’ideale è vaccinarsi tra la metà di ottobre e la fine di novembre. In questo modo si consente al sistema di difesa dell’organismo di sviluppare anticorpi contro il virus influenzale previsto per Natale e di restare ‘attivo’ fino all’inizio della primavera”, chiarisce il dottore. Occorre sapere, poi, che il virus dell’influenza cambia ogni anno e quindi, per essere protetti, è necessario ripetere la vaccinazione ogni stagione.

Si può prendere l’influenza anche se ci si è vaccinati?

Poiché il vaccino protegge dalla malattia in circa il 70% dei casi, in teoria ci si può ammalare di influenza comunque; tuttavia, in questo caso i sintomi sono solitamente più lievi della media. Inoltre, chi si ammala nonostante la vaccinazione è perché soffre di una sindrome influenzale causata da microrganismi diversi dal virus dell’influenza, contro cui il vaccino non è attivo.

Chi deve assolutamente vaccinarsi?

Ci sono delle categorie di persone alle quali è consigliata la vaccinazione antinfluenzale (per queste è gratuita) in quanto più a rischio di andare incontro alle complicazioni (ad esempio polmoniti batteriche) dell’influenza: chi ha più di 65 anni, chi soffre d’asma o di problemi respiratori, i cardiopatici, chi soffre di malattie croniche o ha ridotte difese immunitarie.

Come si cura l’influenza?

Per curare l’influenza e i malanni di stagione causati da virus si ricorre agli antinfiammatori per alleviarne i sintomi e agli antipiretici per abbassare la febbre. “Gli antibiotici non servono a nulla – sottolinea il dottore – perché agiscono solo contro i batteri e non contro i virus. Essi, su prescrizione del medico curante, possono essere utilizzati nel caso di malattie batteriche di stagione o nelle complicazioni dell’influenza dovute a germi”.

Come vanno curati i bambini?

“Se un bambino si ammala di influenza bisogna sempre chiedere consiglio al pediatra, perché i piccoli sono più soggetti alle complicazioni della malattia. Inoltre, non bisogna assolutamente curarli con l’acido acetilsalicilico (aspirina): questo farmaco può, infatti, provocare la sindrome di Reye, una patologia che può avere gravi conseguenze”, conclude il dottor Ottolini.

I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici