Dolori alla colonna? Ecco perché preferire un approccio conservativo

Presso l’ambulatorio di Neurochirurgia di Humanitas Medical Care Varese vengono eseguiti trattamenti infiltrativi per risolvere disturbi soprattutto a carico della colonna vertebrale. Durante la procedura viene utilizzata l’apparecchiatura ecografica, in sostituzione a quella radiologica, che garantisce al paziente la massima precisione e, quindi, una maggiore sicurezza ed efficacia del trattamento.

Ne abbiamo parlato con il dottor Francesco Lucchetti, neurochirurgo in Humanitas Medical Care Varese, esperto di patologie della colonna e specializzato nei trattamenti conservativi.

Dottore, quali sono le patologie dolorose della colonna?

“Sono tutte quelle patologie che provocano dolore o direttamente alla colonna vertebrale, quindi mal di schiena e al collo, o un dolore radicolare irradiato alle gambe e alle braccia. Si parla principalmente di lombosciatalgia, cervicobrachialgia dovute a ernie e protrusioni discali, a malattie degenerative ecc.”, spiega lo specialista.

In che cosa consiste l’approccio conservativo della colonna?

“Approccio conservativo significa “non chirurgico” – afferma l’esperto – e si basa sul trattamento infiltrativo ecoguidato, che rappresenta l’ultima evoluzione delle terapie del dolore”.

“In sostanza – spiega il dottore – esso consiste nel somministrare un farmaco per via locale, solitamente un cortisonico, eventualmente aggiunto a un anestetico. Il bersaglio delle terapie infiltrative sono le radici nervose o anche le articolazioni della colonna (quelle che uniscono posteriormente le vertebre una all’altra e quelle che uniscono la colonna al bacino, a livello dell’osso sacro)”.

Le articolazioni possono essere sede di infiammazioni su base degenerativa che provocano dolori anche molto forti, a volte intrattabili, alla colonna; “il trattamento infiltrativo consiste nell’andare a mettere selettivamente il farmaco all’interno della capsula articolare”, specifica il neurochirurgo.

Quali vantaggi apporta la tecnica ecoguidata?

“Oggi viene utilizzato l’ecografo che permette di individuare le strutture anatomiche bersaglio della terapia infiltrativa”, risponde l’esperto.

A differenza della vecchia tecnica peridurale antalgica, con la procedura ecoguidata si hanno molti vantaggi:

  • selettività (precisione nell’andare a trattare la singola struttura);
  • utilizzo di aghi molto sottili;
  • somministrazione di dosi di farmaco molto basse (quindi con possibili effetti collaterali di assorbimento sistemico ridotti, se non nulli);
  • possibilità di effettuare il trattamento in regime ambulatoriale (e non in ospedale, come in passato);
  • assenza di radiazioni, potenzialmente dannose per la salute.

“In sintesi – ribadisce il dottore – Il trattamento infiltrativo ecoguidato è una procedura mininvasiva ben tollerata ed efficace, in quanto selettiva”.

L’ecografo presente in ambulatorio quali caratteristiche possiede?

“È un ecografo moderno e polifunzionale che viene utilizzato per la diagnostica anche da altri specialisti presenti nell’ambulatorio di Humanitas Medical Care Varese, quali ginecologo, senologo, urologo, ecc.”, chiarisce il neurochirurgo.

Prima di effettuare il trattamento infiltrativo, come procede il neurochirurgo?

“A monte della terapia c’è tutta la procedura diagnostica”, precisa lo specialista. Il paziente viene visitato, si valuta la sintomatologia e, se necessario, si prescrivono degli esami, quali la risonanza magnetica o la TAC, per visualizzare l’interno del canale vertebrale, cosa non possibile con l’ecografia che mostra solo i profili esterni dell’osso.

Il neurochirurgo collabora con altri specialisti?

“All’ambulatorio di Humanitas Medical Care Varese si segue un approccio polispecialistico, nel senso che il neurochirurgo lavora in stretta collaborazione con il fisiatra e il fisioterapista per stabilire il piano curativo più idoneo al paziente”, spiega lo specialista. “La procedura antalgica – prosegue e conclude il dottor Lucchetti – non esaurisce di per sé il percorso terapeutico, e questo perché le infiltrazioni spesso hanno una durata limitata nel tempo e, soprattutto, perdono di significato se non sono associate a una terapia correttiva di quello che ha causato l’infiammazione in una articolazione”.

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