Emicrania e cefalea muscolo-tensiva: come distinguerle e trattarle adeguatamente?

Emicrania e cefalea muscolo-tensiva sono due delle tipologie più diffuse di cefalee cosiddette primarie, cioè quelle che non derivano da altre condizioni cliniche specifiche. Spesso vengono confuse ma si tratta di patologie differenti ed è importante, quindi, avere una diagnosi certa che consenta al medico di prescrivere il giusto trattamento.

Ne parla la dottoressa Ermelinda De Meo, neurologa in Humanitas Medical Care.

Emicrania, non è un banale mal di testa

Di emicrania soffre circa il 15% degli italiani. Gli attacchi di emicrania possono durare dalla 4 alle 72 ore e spesso sono accompagnati anche da sintomi correlati come nausea e vomito, fastidio alla luce e ai rumori (noti come fotofobia e fonofobia). 

Si tratta di un dolore, nella maggior parte dei casi, unilaterale e pulsante che modifica e peggiora la qualità della vita, tanto che chi ne soffre è costretto a interrompere le proprie attività.

Cefalea muscolo-tensiva: il comune mal di testa

Quello che si conosce come un comune mal di testa è invece la cefalea muscolo-tensiva: si tratta di un dolore di media intensità, bilaterale e costrittivo e che non comporta sintomi secondari. 

Anche la durata è inferiore all’emicrania: può durare dai 30 minuti ai 7 giorni e può essere legato all’assunzione di posture scorrette, a una condizione di stress o forte stanchezza.

Quando rivolgersi al medico?

“Se gli episodi di emicrania o cefalea sono sporadici e non impattano a lungo sulla quotidianità, non è necessario allarmarsi e sarà sufficiente assumere un analgesico o farmaci da banco”, spiega la dottoressa precisando però che “quando invece il dolore si presenta per oltre 15 giorni in un mese, e per oltre tre mesi, è necessario consultare uno specialista perché emicrania e cefalea potrebbero essere diventate croniche”

La diagnosi

Per accertare che si tratti di cefalee primarie e non dovute quindi a patologie correlate è necessario rivolgersi a un neurologo che, dopo una anamnesi e dopo aver ascoltato i sintomi riferiti dal paziente e le caratteristiche del dolore, potrebbe prescrivere anche altri esami radiologici di approfondimento. 

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