Festa dei nonni: come prenderci cura di loro?

Il 2 ottobre, in occasione della ricorrenza cattolica che ricorda gli Angeli Custodi, si celebra la festa dei nonni italiani: una giornata per ricordare l’importanza del loro ruolo svolto all’interno delle famiglie e della società. Qual è il regalo più bello che possiamo fargli? Prenderci cura di loro e della loro salute, prestando attenzione alla prevenzione e ad un corretto stile di vita, ma non solo. 

Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Mariangela Bonzani, geriatra presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Arese

“È proprio dal prendersi cura che dobbiamo partire”, commenta la dott.ssa Bonzani, “queste semplici parole non significano solo ciò che il bravo clinico deve attuare in termini di diagnosi e terapia, ma tutto ciò che possiamo fare così come i genitori fanno con i figli, le maestre con i loro scolari, i mentori con l’allievo prediletto. Prendersi cura di loro non esclude però il prendersi cura di se stessi, perciò mi rivolgo direttamente anche agli anziani sempre più consapevoli dell’importanza di invecchiare bene o come è consuetudine dire invecchiare con successo”.

Alimentazione, esercizio fisico e socialità

“Invecchiamo come viviamo, perciò tre sono le considerazioni da farsi, tre gli aspetti a cui tutti noi, geriatri in primis, dobbiamo prestare attenzione per invecchiare meglio:

1- Alimentazione

2- Esercizio fisico

3- Socialità

Nel mondo esistono delle zone blu della longevità, aree geografiche nelle quali vivono popolazioni longeve e l’incidenza di malattie croniche è molto bassa.

Alcuni esempi sono in Italia la Sardegna (nella Ogliastra e nella Barbagia), in Giappone l’isola di Okinawa, in Grecia l’isola di Ikaria.

Ebbene, si è visto che le popolazioni di queste località hanno in comune:

  • La dieta vicina al modello mediterraneo ma anche molto frugale
  • L’attività fisica quotidiana
  • L’atteggiamento positivo nei confronti della vita e la convivialità”.

Il ruolo dell’alimentazione

L’alimentazione, o meglio la nutrizione (intendendo con essa i principi nutritivi che compongono la nostra dieta e non il semplice atto di introdurre i cibi nel nostro organismo) è fondamentale per invecchiare ‘in salute’.

Gli anziani, infatti, rappresentano la fascia di popolazione più a rischio di malnutrizione (proteico-calorica): una malattia che riduce la risposta immunitaria, la massa e forza muscolare, la guarigione delle ferite, l’autonomia funzionale, la qualità della vita, aumentando il rischio di infezioni, di piaghe da decubito, di cadute, di deficit cognitivo, di ospedalizzazione, di impiego di farmaci.

Cosa devo allora consigliare a un anziano? Certamente di aderire il più possibile alla Dieta mediterranea che rappresenta un pilastro (nel 2010 è stata riconosciuta dall’Unesco “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”) per diversi motivi:

1- Protettiva nei confronti delle patologie cardiovascolari

2- Protettiva nei confronti delle patologie metaboliche (diabete)

3- Protettiva nei confronti delle patologie neoplastiche (cancro del colon-retto)

4- Protettiva nei confronti delle patologie neurodegenerative (demenze)

5- Protettiva nei confronti di asma ed allergeni

Le indicazioni specifiche per gli anziani sono rintracciabili nella piramide alimentare over 70 che ricorda l’importanza di bere almeno 7 bicchieri di acqua al giorno, e l’importanza dell’esercizio fisico (nota che per un anziano può essere semplicemente un po’ di giardinaggio o spingere il passeggino del proprio nipote al parco).

Ci raccomanda soprattutto di assumere:

  • Farine e cereali come il pane la pasta e il riso integrali, perché contengono ugualmente proteine ma sono più ricchi di minerali, vitamine e fibre
  • Verdura e frutta fresca di stagione dai colori brillanti e differenti, come carote e broccoli, mirtilli e melone
  • Latticini a basso contenuto di grassi, yogurt e latte con poco lattosio, meglio se fresco
  • Legumi, noci, pesce, carne bianca, uova perché ci ricorda l’importanza dell’assunzione delle proteine di cui l’anziano è spesso carente
  • Olio d’oliva extravergine
  • Fibre  

Viene raccomandata moderazione nell’assunzione di grassi, dolci, sale e alcolici e al vertice di questa specifica piramide per l’anziano si trova la necessità di integrare la dieta con micronutrienti come il calcio, la vitamina D, e la vitamina B12”.

Alcuni consigli pratici:

  1. L’apporto alimentare va aumentato gradualmente
  2. La dieta deve essere varia non monotona (cremosa, morbida, dolce e salata)
  3. Utilizzate anche cibi pronti all’uso, di facile preparazione e reperibilità, ad alto potere calorico, facili da mangiare (ad esempio budini, gelati, yogurt, frullati) ma evitate i cibi già lavorati che contengono troppi grassi saturi e troppo sale
  4. Ricordatevi di scegliere il sale iodato
  5. Limitate l’uso di dadi
  6. Bevete al di fuori dei pasti e frazionate la dieta in pasti di piccolo volume se avete un senso precoce di pienezza gastrica
  7. Sostituire parte dell’acqua bevuta nell’arco della giornata con latte, frullati, frappè, yogurt liquidi, succhi di frutta, spremute
  8. Un piatto unico che associa i carboidrati (cereali, patate) alle proteine (pesce, carne bianca, legumi, formaggio grana) può essere proposto una o due volte la settimana ma deve seguire una porzione di verdure crude o cotte e di frutta.

L’importanza dell’esercizio fisico

“L’Oms a partire dai primi anni del 2000 ha promosso la salute degli anziani con un programma di “Active ageing” per favorire il mantenimento delle capacità fisiche, intellettive e sociali: gli anziani non venivano più visti come portatori di bisogni, bensì come una risorsa per la società.

In questo programma naturalmente l’attività fisica riveste un ruolo essenziale per invecchiare meglio sia fisicamente che psicologicamente.

In generale l’esercizio fisico, regolare e basato sempre sulle proprie condizioni di salute, migliora la qualità della vita e riduce la dipendenza dagli altri.

L’attività fisica:

–   Contribuisce a controllare l’ipertensione arteriosa e il profilo lipidico

–   Contribuisce a prevenire o ritardare l’insorgenza di patologie croniche connesse all’invecchiamento, come l’osteoporosi e la sarcopenia

–   Contribuisce a prevenire o ritardare l’insorgenza di malattie neurodegenerative come la demenza

–   Contribuisce a prevenire le cadute migliorando il nostro equilibrio

–   Migliora l’umore

–   Riduce il dolore delle articolazioni e la rigidità muscolare

–   Potenzia il sistema immunitario

Gli anziani – autonomi fisicamente e cognitivamente – devono essere incoraggiati a compiere attività fisica secondo le proprie capacità e stato di salute: durata delle sessioni (generalmente 30 minuti), quante volte la settimana (da 3 a 5 volte la settimana), tipo e intensità dell’esercizio fisico, dipendono dalle condizioni di salute e dal grado di autonomia dell’anziano.

Dall’anziano forte e attivo, all’anziano fragile con diversi livelli di disabilità e comorbilità: tutti possono essere incoraggiati a ridurre la sedentarietà”, continua la specialista. “Quasi sempre a tutti gli anziani è possibile dare un consiglio di tipo motorio: l’attività fisica può essere fatta all’aperto, ma anche in casa, può essere fatta con l’aiuto di un terapista, ma anche in autonomia.

Gli esercizi infatti possono essere di diverso tipo e di differente intensità:

  • Di tipo aerobico: camminata veloce, bici, cyclette, nuoto ecc. ma anche una breve passeggiata al passo consueto è utilissima
  • Di rinforzo muscolare utilizzando piccoli pesi, ma anche due bottigliette d’acqua
  • Di stretching
  • Di equilibrio (fra le diverse discipline per esempio il Tai chi può contribuire a migliorare l’instabilità posturale dei pazienti con Parkinson).

A un anziano può bastare poco e può fare esercizio anche a casa: una sedia, un muro e due bottigliette di acqua È sufficiente farlo mezz’ora al giorno due volte a settimana, volendo anche in tre sessioni da dieci minuti ciascuno, come raccomanda la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria.

Se riesce l’anziano può anche associare 30 minuti al giorno su una cyclette o un tapis roulant, per pedalare o camminare adattando lo sforzo al proprio grado di forma fisica”.

La socialità come cura

“Prendersi cura significa aver cura della socialità dell’anziano che è intimamente connessa alla sua salute e agli esiti positivi delle cure.

L’anziano se vive in un ambiente poco stimolante diventa apatico, perciò cerchiamo di incentivarlo a mantenere i propri hobbies e interessi. Deve ritrovare, anche se ora con modalità diverse, quella socialità di cui è stato privato soprattutto in questo anno e mezzo di pandemia che così profondamente ha segnato la vita di tutti.

Per esempio posso fare molto offrendo uno spazio di ascolto (con la presenza ma anche con un semplice contatto telefonico) per prevenire la solitudine, la loneliness che accompagnandosi alla mancanza di speranza per il futuro, rappresenta un fattore di rischio di depressione. Nessun anziano penso, debba essere lasciato completamente solo a fronteggiare i problemi della vecchiaia e i suoi bisogni.

Ma prendersi cura significa anche fare rete. Una rete fatta non solo da figure professionali (il medico, l’infermiere, il terapista o la badante) ma anche dai famigliari, da un buon vicinato perché penso non ci sia prevenzione e/o cura di successo senza approfondire i bisogni di assistenza e di supporto siano essi fisici e/o relazionali.

Per esempio posso migliorare la qualità della vita di un anziano migliorando il contesto abitativo: l’anziano inciampa più facilmente in oggetti, strutture e fili, per problemi di  postura, vertigini o semplicemente perché non vede bene.Pensiamo per esempio a razionalizzare gli spazi eliminando ingombri, a controllare le pavimentazioni irregolari causa di inciampi, a migliorare le fonti di illuminazione che possono essere causa di cadute!

Sul sito del ministero della salute è consultabile una Lista di controllo (check list) per le abitazioni che può aiutare i famigliari a trovare quelle soluzioni utili a prevenire le cadute.

Se la persona  anziana  vive  da  sola  e  soffre  di  qualche  particolare  patologia,  può  essere  opportuno fornirle un sistema di telesoccorso che, con la pressione di un tasto, telefona automaticamente ad una serie di ‘numeri amici’ (familiari, pronto soccorso, assistenza privata, ecc).

Geriatria e Gerontologia
Dr.ssa Mariangela Bonzani
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