Il fibroma uterino è una formazione benigna che interessa il tessuto muscolare dell’utero e si manifesta principalmente nella popolazione femminile in età fertile.
Quali sono i sintomi del fibroma uterino e quando preoccuparsi? Ne parliamo con la dottoressa Claudia Trio, specialista in Ginecologia presso Humanitas Medical Care Fiordaliso (Rozzano) e l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas.
Fibroma uterino: i sintomi
I fibromi uterini possono variare per dimensioni, forma, localizzazione ed evoluzione. In alcuni casi sono asintomatici e vengono individuati solo durante una visita ginecologica di routine, mentre in altri possono essere associati a sintomi specifici.
I più comuni sintomi del fibroma uterino includono:
- mestruazioni abbondanti
- dolori mestruali e addominali intensi
- dolore durante i rapporti sessuali
- bisogno frequente di urinare
- una sensazione di peso nell’addome dovuta alla compressione della vescica.
Inoltre, il fibroma uterino può essere associato all’anemia.
Le pazienti che presentano questi sintomi dovrebbero rivolgersi a un ginecologo per una valutazione approfondita: sarà poi lo specialista a confermare o meno la presenza di fibromi e monitorare eventuali variazioni delle loro dimensioni.
Come avviene la diagnosi di fibroma uterino?
La diagnosi avviene in genere durante la visita ginecologica, attraverso un’ecografia transvaginale.
Dopo la diagnosi, il ginecologo valuterà la soluzione terapeutica più adeguata in base ai sintomi riferiti, all’età della paziente e alla sua storia clinica e riproduttiva. Le opzioni di trattamento possono essere farmacologiche, chirurgiche o di semplice osservazione nel tempo.
Fibroma uterino: quando preoccuparsi?
Un fibroma uterino non individuato in tempo o lasciato evolvere senza un monitoraggio adeguato, soprattutto se di dimensioni significative o se presenti in numero elevato, può rendere necessario un intervento chirurgico urgente, con il rischio di non poter preservare l’utero.
Questo aspetto è particolarmente rilevante per le persone in età fertile, per le quali la priorità è adottare strategie terapeutiche conservative. Oggi esistono diverse opzioni farmacologiche che permettono di evitare interventi demolitivi, i quali risultano più indicati in post-menopausa.
Fibroma uterino: le cure e l’intervento
Se il fibroma è sintomatico, il trattamento può essere farmacologico o chirurgico. La terapia farmacologica può avvalersi della pillola contraccettiva estro/progestinica, progesterone naturale o farmaci progestinici: queste opzioni riducono il flusso e il dolore mestruale, rallentando lievemente la crescita dei fibromi. I farmaci analoghi del GnRH invece bloccano la produzione di ormoni femminili, con conseguente sospensione della metrorragia (sanguinamenti anomali) e diminuzione delle dimensioni del fibroma. Tra le terapie di più recente introduzione vi sono farmaci a base di antagonisti del recettore del GnRH. indicati soprattutto nelle donne in perimenopausa sintomatiche che non desiderano sottoporsi all’intervento. Questo farmaco è in grado di interrompere quasi subito il flusso mestruale arrestando la crescita dei fibromi.
Il trattamento chirurgico, in base all’età, alla sintomatologia, al desiderio di figli e al numero/dimensioni dei fibromi, può essere conservativo, con l’asportazione dei fibromi, oppure demolitivo, con l’asportazione del viscere uterino.
Le tecniche chirurgiche, anch’esse dipendenti dal numero e sede dei fibromi, possono essere:
- Laparoscopia: attraverso piccole incisioni, sotto l’ombelico e nel basso addome, vengono inseriti gli strumenti per eseguire l’intervento.
- Laparotomia: l’intervento viene condotto attraverso un’ampia incisione della parete addominale.
- Isteroscopia: gli strumenti chirurgici vengono inseriti nella cavità uterina attraverso la vagina.
In alcuni casi selezionati si può anche eseguire l’embolizzazione dei fibromi uterini, una tecnica radiologica che prevede l’occlusione della vena che apporta sangue al fibroma, privandolo così della possibilità di crescere.