Glaucoma: è importante prevenire, prima che sia troppo tardi

Il glaucoma è una patologia che colpisce il nervo ottico che, se non prontamente e adeguatamente trattata, può portare a gravi e permanenti danni alla vista.

Il meccanismo con il quale si manifesta il danno al nervo ottico è complesso, ma l’aumento della pressione intraoculare rappresenta il fattore di rischio principale e, se non diagnosticato e trattato, può causare una forma di cecità definita periferica che si può, nei casi più evoluti, trasformare in cecità totale.

Si tratta di una patologia pericolosa e infida, perché non dà sintomi fino a quando non si è sviluppata e quindi ha già provocato danni irreversibili alla vista.

Ne parliamo con la dottoressa Marinella L. Russo, oculista di Humanitas Castelli che presta la sua attività anche in Humanitas Medical Care di Almè.

Il glaucoma può colpire un solo occhio o li riguarda necessariamente entrambi?

«Può riguardare un solo occhio, ma nella maggior parte dei casi è bilaterale. Qualora entrambi gli occhi fossero colpiti potrebbe verificarsi un interessamento asimmetrico perché potrebbe esserci una differenza nella gravità tra un occhio e l’altro. In un paziente con diagnosi di glaucoma primario in un solo occhio bisogna pertanto sempre valutare con attenzione anche l’altro, perché le dinamiche del danno possono essere più lente ma comunque essere presenti».

Il danno al nervo ottico tipico del glaucoma è procurato da un aumento della pressione intraoculare. Da che cosa dipende questo aumento?

«In estrema sintesi la pressione intraoculare è determinata dall’equilibrio tra il tasso di produzione dell’umore acqueo (il liquido che “riempie” la parte anteriore dell’occhio) e il suo deflusso. Un’aumentata resistenza al deflusso dell’acqueo a livello del trabecolato, ovvero del canale di drenaggio, causa un aumento della pressione intraoculare nel glaucoma primario ad angolo aperto».

Che cosa si intende con “cecità periferica”, che è il primo segnale della presenza di un glaucoma?

«Si tratta di una riduzione della sensibilità agli stimoli visivi, che colpisce le porzioni laterali della vista. Questo danno viene messo in evidenza tramite un esame chiamato “perimetria computerizzata”. Man mano che il danno procede, il campo visivo tende progressivamente a restringersi fino ad assumere un caratteristico aspetto “tubulare”. Il fatto che la porzione centrale del campo visivo non sia inizialmente interessata fa sì che in molte circostanze il paziente non si accorga del problema che già lo sta affliggendo. Tutto l’opposto della maculopatia, per fare un esempio, che invece è subito facilmente individuabile da chi ne è colpito perché provoca fin da subito una compromissione della vista centrale, la più utilizzata dal nostro cervello».

Il glaucoma dunque non provoca dolore o fastidio agli occhi?

«No, non c’è alcuna manifestazione, alcun sintomo per quanto riguarda il glaucoma primario ad angolo aperto (il più frequente). Il dolore può presentarsi solo in caso di glaucoma ad angolo chiuso, detto glaucoma acuto, che rappresenta un’emergenza oculistica per cui il paziente deve recarsi prima possibile in pronto soccorso. In questo caso si verifica un aumento brusco e improvviso della pressione intraoculare che si manifesta con forte dolore all’occhio e al volto. Se non trattato repentinamente la perdita della vista può essere rapida e severa. Questa forma di glaucoma in genere è dovuta alla presenza di conformazioni anatomiche specifiche che possono essere valutate in anticipo tramite una visita oculistica di routine e trattate preventivamente. La procedura che permette di prevenire un attacco di glaucoma acuto in pazienti predisposti si chiama Iridotomia e si esegue con lo YAG Laser».

Il glaucoma non dà sintomi. Come può dunque essere individuato prima che provochi danni?

«Bisogna puntare sulla prevenzione. Il glaucoma non distingue tra i sessi, colpisce allo stesso modo uomini e donne ed è per questo consigliabile che tutti si sottopongano a un esame di misurazione della pressione intraoculare dopo avere compiuto i 40 anni, a maggior ragione se hanno una familiarità, cioè hanno parenti che già ne sono stati colpiti. Per i pazienti con familiarità può essere utile sottoporsi a una visita oculistica specifica per integrare con opportune altre indagini».

Come si svolge la visita oculistica grazie a cui è possibile prevenire il glaucoma?

«La visita prevede l’esecuzione di una tonometria, esame che permette di misurare la pressione intraoculare, di cui esistono varie tecniche. In Humanitas Medical Care di Almè eseguiamo la tonometria a soffio (pneumotonometria), ideale per un’attività di screening e non invasiva, e quella ad applanazione che è la tecnica migliore e più affidabile per misurare la pressione in pazienti che hanno già un glaucoma dichiarato o nei casi che presentano maggior dubbio. Si procede poi con la valutazione della morfologia della testa del nervo ottico mediante esame del fundus e si decide se procedere con esami strumentali di secondo livello».

Come può essere curato un glaucoma individuato per tempo?

«Il principale fattore di rischio del glaucoma è l’aumento della pressione intraoculare che è, per fortuna, un fattore sul quale possiamo agire con una terapia mirata. La prima cura in genere è di tipo farmacologico e prevede l’utilizzo di appositi colliri. Se questa non sortisce effetti e/o lo sviluppo dei danni del campo visivo non si ferma nonostante il calo della pressione intraoculare, è necessario ricorrere a un intervento chirurgico o a trattamenti parachirurgici, attività che svolgiamo regolarmente in Humanitas Castelli».

Quali sono i rischi del non intervenire in modo tempestivo su un glaucoma in via di sviluppo?

«Il rischio è la perdita della vista, ovvero andare incontro a quella che viene definita in modo efficace “amputazione del campo visivo”. Si creano in pratica delle zone del campo visivo che non vengono più percepite. Il problema si sviluppa inizialmente, come detto, alla periferia e poi si estende alla visione centrale fino a provocare, nei casi più gravi, una cecità anche estesa, su cui non è più possibile intervenire».

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